di PierEmilio Gadda
Non c’è vera protezione senza garanzia del capitale. Non si devono quindi confondere gli “equity protection” con altri strumenti, come i certificati bonus, capaci di offrire un “premio” a scadenza – anche in presenza di uno scenario di stabilità o moderato ribasso – ma solo nell’ipotesi che il sottostante non raggiunga il livello “barriera”: in caso contrario, la protezione, infatti, viene meno, trasformando il certificato in un semplice benchmark. Prendiamo in considerazione il Bonus certificate su Eurostoxx oil & gas emesso da Bnp Paribas lo scorso 26 agosto e negoziabile su Borsa Italiana fino all’1 marzo 2011.
Al momento dell’emissione, sono stati fissati due livelli: una barriera, collocata a quota 206,27 euro
(-30%) ed un cap, a 324,14 euro (+10%). Se il prezzo del sottostante, attualmente posizionato sui 320,6 euro, non dovesse mai toccare la barriera durante la vita residua del certificato, questo verrà rimborsato a 110 euro, con un rendimento del 4,2% lordo rispetto ai valori correnti (105,6 euro). In caso contrario, al verificarsi dell’evento barriera, il certificato diventerebbe un benchmark, ma con un tetto massimo alla performance: in ogni caso, infatti, il certificato non verrà mai rimborsato a un prezzo superiore a 110 euro.
Va detto che, durante la crisi, i prodotti con protezione del capitale “condizionata” non hanno dato buona prova di sé: “Nel primo trimestre del 2009, quasi il 70% di essi ha oltrepassato il floor”, racconta Grosset.
“Risultato: gli investitori, si sono ritrovati improvvisamente tra le mani un investimento azionario con perdite già comprese tra il 30% e il 60%. Non dimentichiamo”, chiosa Bruno Fanan della Studio Analysis di Torino, “che molti di questi prodotti sono stati collocati dalle banche e dalle reti di vendita come se fossero obbligazioni capaci di garantire cedole più altre rispetto ai normali BTP o similari”.
“Per chi non vuole rischiare nulla, il bonus non è lo strumento adatto. I nuovi prodotti, tuttavia, offrono una migliore protezione perché”, ribatte Grosset, “ai certificati di tipo “americano”, si stanno sostituendo quella di tipo europeo”: mentre nel primo caso, per far decadere la protezione, è sufficiente che la barriera venga toccata anche una sola volta durante la vita del certificato, per i secondi la rilevazione viene effettuata solo al momento della scadenza.
Nel novero dei prodotti a protezione “condizionata” del capitale, si contano anche gli express certificates: a fronte di determinate condizioni, possono essere rimborsati in anticipo, in corrispondenza di “finestre temporali” predeterminate, riconoscendo un rendimento interessante anche a fronte di movimenti laterali del sottostante.
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