Clienti retail? Ancora pochi

Con una gamma prodotti che ha superato da poco i 100 strumenti quotati Deutsche Bank si è aggiudicata un ruolo di primo piano nell’industria italiana degli Etf. Un’industria che, assicura Mauro Giangrande, responsabile della piattaforma db x-trackers per l’Italia, è ancora dominata dagli investitori istituzionali.
Sono loro il principale cliente degli emittenti. E a chi spera in un boom anche della distribuzione verso la clientela retail Giangrande risponde: «Con lo sviluppo della consulenza a parcella forse potremo assistere anche ad un aumento della quota retail». Ma per ora gli USA, almeno da questo punto di vista, sono lontani.

Mancano pochi mesi alla fine dell’anno. Un bilancio dell’industria?
Sicuramente il bilancio dell’industria è positivo per i primi sette mesi dell’anno e il successo di questo mercato si misura guardando i dati di raccolta: sia a livello europeo sia in Italia il trend di crescita non si mai è arrestato.
Gli asset in Europa sono oggi pari a 196,6 miliardi di euro, si parla di un +15,5% rispetto all’inizio del 2010. Tutti nuovi asset raccolti in un momento di crisi.
In Italia la crescita è stata di circa il 13% e l’industria ha raggiunto quota 15,3 miliardi di euro, in perfetta sintonia con il trend europeo.

A livello di tipologia di prodotti dove si concentrano oggi le richieste degli investitori?
Stiamo assistendo a un ritorno di attenzione verso gli Etf azionari, sia verso quelli legati ai mercati sviluppati sia per quanto riguarda i mercati emergenti. Poi abbiamo registrato una grossa attenzione verso gli Etf monetari USA, soprattutto in seguito al forte rimbalzo registrato nei primi mesi dell’anno dal dollaro: per questi prodotti gli asset sono praticamente raddoppiati. Sul fronte obbligazionario, invece, grossi flussi hanno interessato gli Etf legati ai bond dei mercati emergenti. E’, invece, un po’ frenato l’interesse verso i titoli di stato, ma la crisi dei paesi periferici non ha creato grosse perdite.

E per i prossimi mesi quali sono le previsioni?
Passata la crisi del debito sovrano credo che registreremo un certa attenzione e richiesta verso gli etf legati a titoli di stato e continueremo a registrare richieste sul fronte azionario, ma ritengo che da qui alla fine dell’anno emergeranno gli Etf select dividend ovvero gli Etf che selezionano i sottostanti in base al dividend yield.
Le prospettive per questi prodotti, rivolti sia all’area euro sia agli USA (rispettivamente il db X-Trackers Euro Stoxx Select Dividend 30 e il db X-Trackers Stoxx Glob Select Dividend 100, ndr.) sono molto positive.

E pensate di ampliare la gamma prodotti da qui alla fine dell’anno?
No, per il momento non abbiamo in previsione nessun nuovo lancio. Recentemente abbiamo ampliato la gamma portandola oltre i 100 strumenti quotati a Borsa Italiana e coprendo anche un asset come quella del real estate dove non eravamo ancora presenti. In ogni caso punteremo, anche in futuro, su elementi di innovazione.

Tornando alle tendenze di mercato, oggi che ruolo svolge (se svolge un ruolo) la distribuzione?
Gli Etf rimangono prodotti rivolti principalmente a investitori istituzionali, quindi rivolti a gestori, SGR, fondi di fondi, unit linked. La componente retail è molto ridotta, soprattutto in Italia.
E i clienti retail che si avvicinano a questo strumento generalmente non lo fanno tramite un distributore.
Certo in futuro potremo assistere ad una svolta forse con lo sviluppo della consulenza a parcella che slega molte reti dalla logica delle retrocessioni, che potrebbe portare ad uno sviluppo anche della clientela retail. E magari potremo vedere l’Italia e l’Europa avvicinarsi agli USA dove il 50% degli investitori sono oggi di tipo retail.

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