Etf – Masse in crescita

Per capire quali sono le tendenze di un mercato, quello degli Etf, che anche in tempi di crisi può regalare soddisfazioni, abbiamo intervistato il responsabile per il mercato italiano di Source, una società nata da un anno e mezzo che però si sta rapidamente affermando tra le “big” del settore. Ne abbiamo parlato con Stefano
Caleffi.

Qual è l’offerta di Source per gli Etf?
Source è nata un anno e mezzo fa. Come partner strategici abbiamo Goldman Sachs, Morgan Stanley, Merrill Lynch, Nomura e Jp Morgan. Abbiamo una gamma di prodotti quasi tutti swap-based. La nostra particolarità è di avere una pluralità di controparti di swap, questo ci permette di diversificare
l’esposizione tra più banche. Al momento del lancio avevamo una gamma equity e una commodity. La prima era principalmente costituita da prodotti regionali poi ci siamo evoluti e abbiamo completato la nostra gamma con prodotti settoriali. Nello stesso periodo di tempo abbiamo incrementato anche la nostra gamma commodity. Abbiamo altre aree da colmare all’interno di queste asset class tra cui quella dei mercati emergenti. Noi abbiamo lanciato poco più di un anno fa una gamma di prodotti settoriali che replicano una nuova gamma di benchmark di Stoxx che sono ottimizzati per un criterio di liquidità. Fondamentalmente sono stati eliminati dagli indici settoriali tradizionali i titoli più illiquidi e dal più alto costo di borrowing. Quindi i nuovi indici settoriali (chiamati STOXX Optimised Supersector) e di conseguenza i nostri Etf che li replicano sono più liquidi ed economici da prendere a prestito.
Questo ha fatto sì che gli investitori istituzionali accogliessero con grande entusiasmo i nostri Etf. Non stiamo parlando solo di investitori tradizionali che hanno sempre “tradato” gli Etf in Europa ma anche di una gamma di investitori, tra questi gli hedge fund, che prima non investivano in Etf settoriali europei. La società sta crescendo molto e come gestito è intorno ai 7,9 miliardi di dollari. Quando siamo partiti eravamo a meno di 500 milioni di dollari. Nel secondo trimestre siamo stati la società che ha raccolto di più in assoluto.

Quali sono le principali differenze tra l’Europa e il mercato americano?

Il mercato USA è un mercato dalle dinamiche molto diverse rispetto al mercato europeo ed è caratterizzato da volumi on exchange molto robusti, anche grazie alla forte partecipazione del retail. Gli Etf più scambiati hanno volumi pari a miliardi di dollari al giorno. In Europa ciò non è possibile perché i prodotti non hanno lo stesso volume di scambi. In Europa, se facciamo il calcolo del numero di emittenti moltiplicato per il numero di Borse, scopriamo che ci sono tanti piccoli book su un singolo benchmark mentre negli USA gli scambi sono solitamente concentrati su uno solo. In Europa bisogna assolutamente aumentare i volumi on exchange che danno la possibilità di “tradare” con maggiore facilità. Quello che noi stiamo facendo come Source è di aggregare gli scambi su un book unico (quotiamo i nostri prodotti soltanto su una borsa) e aiutare lo sviluppo di tutto quello che oltreoceano ha agevolato la creazione di un mercato liquido, come ad esempio una robusta attività di prestito di Etf.
 
Come giudica la salute del mercato e vede un possibile ritorno della crisi? Quale sarebbe in questo caso la ricaduta sul mercato degli Etf?
Il mercato è solido. C’è molta domanda e i numeri sono positivi a livello europeo. Il prodotto è sempre più accettato. Anche nel corso della crisi passata gli Etf hanno registrato un crescente interesse da parte degli investitori e non vedo motivi perché tale interesse debba rallentare.

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