Siracusano (WisdomTree): “Performance assicurate con gli etf ponderati sui dividendi”

“Vogliamo dare un’alternativa all’investimento tradizionale basato sulla capitalizzazione di mercato. Le nostre soluzioni si basano sulla possibilità di investire negli etf ponderati sui dividendi della maggior parte dei principali listini globali”. Lo ha spiegato Luciano Siracusano, Chief Investment Strategist di WisdomTree in occasione di un incontro della società con gli investitori, “The hunt for yield – past, present and future strategies”, che si è tenuto a Milano. “Per questo abbiamo eliminato per prima cosa i prezzi delle azioni dai nostri dividend-weighted index. Ponderare le azioni attraverso questo metodo ha il vantaggio di resistere meglio alle varie bolle speculative di mercato, come è successo per esempio con la bolla tech degli anni 2000. Il motivo per cui abbiamo scelto i dividendi? A differenza dei contabili i dividendi non possono essere manipolati o rivisti. Sono trasparenti e sono un eccellente denominatore comune in diverse aree geografiche, monete e standard contabili”.

La scelta sembra aver premiato la società. Nello spazio di dieci anni – da quando è stata lanciata la metodologia nel maggio 2006 – quattro dei cinque fondi dividen-weighted di WisdomTree hanno battuto il broad based cap-weighted index con cui sono stati posti a confronto negli ultimi dieci anni, sia negli Stati Uniti che nel mondo sviluppato. Qualche dato? Due dei tre indici Usa dividend-weighted di WisdomTree hanno sovraperformato gli indici cap-weighted con cui sono stati posti a confronto nel periodo preso in esame. In particolare, il WisdomTree Us SmallCap Dividend Index ha sovraperformato il Russell2000 Value Index del 29% sui dieci anni. E ancora: l’indice più ampio, il WisdomTree International Equity Index, ha sovraperformato l’Msci Eafe Index di 80 pb su base annualizzata nell’ultimo decennio. Anche il WisdomTree International Equity index e il WisdomTree Europe SmallCap Dividend Index hanno battuto rispettivi benchmark cap-weighted in ognuno dei periodi illustrati.

Più in generale, aggiunge ancora Siracusano, “nei prossimi anni vedremo una crescita sempre maggiore della gestione passiva rispetto alla gestione attiva. In gran Bretagna sta iniziando ad accadere quello che già stiamo vedendo negli Stati Uniti. È sempre più dura per i gestori battere il mercato. Risultati migliori è possibile ottenerli con nuovi prodotti alternativi come gli smart beta, che sono anche più trasparenti ed economici. Insomma i gestori potrebbero avere sempre maggiori difficoltà a competere con smart beta, in particolare nell’equity”.

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