Etf, gli smart beta piacciono un po’ di meno

Si sa che i trend legati al mondo degli investimenti sono spesso figli della moda. La tendenza dello scorso anno che ha registrato un rallentamento dei flussi verso il mercato europeo degli Etf Smart Beta (hanno strategie di investimento “intelligenti”, che vengono costruite replicando indici basati su ponderazioni diverse dalla semplice capitalizzazione di mercato, quella dei “normali” Etf) è proseguita, con nuovi afflussi pari a 606 milioni di euro nel primo trimestre del 2018. Gli Etf Factor Allocation hanno attratto la quasi totalità degli afflussi, una dinamica simile a quella osservata nel 2017, mentre gli Etf Fundamental e Risk-Based hanno registrato deflussi.

“I flussi positivi di gennaio (892 milioni di euro) avevano fatto pensare ad un inizio d’anno molto favorevole, con la migliore raccolta mensile da tempo, ma l’interesse è poi scemato e i successivi deflussi si sono tradotti in un risultato complessivamente deludente per il primo trimestre di quest’anno” sostiene Marlène Hassine Konqui, head of Etf Research di Lyxor. “A fine marzo, le masse in gestione complessive sono diminuite del 2,2% rispetto alla fine del 2017, a quota 34 miliardi di euro (compreso il contributo negativo della performance di mercato pari al -4%)”.

“Per quanto riguarda le strategie”, prosegue Marlène Hassine Konqui “sorprendentemente il nuovo contesto di accresciuta volatilità che ha caratterizzato i mercati azionari non è riuscito a risvegliare l’interesse verso gli approcci in grado di ridurne il rischio, come le strategie Minimum Volatility o Minimum Variance. Gli Etf Multi-Factor hanno invece attratto la maggior parte dei nuovi afflussi (+386 milioni di euro), ed anche questo trimestre è stato positivo per i fattori Value, elemento che suggerisce un perdurare di una certa fiducia per le prospettive economiche”.

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