Etf, sfatiamo i miti e guardiamo la realtà

Sono stati comunicati i risultati dell’edizione 2019 del Vanguard ETF Buyer Survey, un’indagine condotta da Vanguard che ha coinvolto 400 investitori professionali europei che utilizzano ETF nei loro portafogli.

Il sondaggio indaga su alcuni miti da sfatare relativi ai fattori che guidano le scelte di investimento nell’ambito degli ETF.

MITO 1

Gli investitori evitano i portafogli azionari globali, utilizzando gli ETF azionari solo per investire su mercati locali o regionali.

REALTA’ 1

Gli investitori professionali europei utilizzano gli ETF globali con l’obiettivo di diversificare il più possibile dal punto di vista geografico i propri portafogli, dando comunque importanza all’utilizzo degli ETF finalizzato ad avere specifiche esposizioni per raggiungere determinati obiettivi.

Evidenze:

  • In Italia, l’80% degli investitori professionali interpellati dichiara di investire su ETF globali. Più bassa la percentuale in Germania (59%), UK (51%) e Svizzera (41%);
  • Resta comunque forte la domanda di ETF per investire su determinate aree di mercato, come Europa, Asia e America Latina. In Italia l’80% degli investitori professionali dichiara di utilizzare gli ETF per investire sui mercati emergenti, mentre il 61% li utilizza per avere esposizioni sul mercato americano.
  • Al fine di avere un’esposizione puntuale, in Italia e negli UK si utilizzano maggiormente gli ETF settoriali (65%), mentre in Germania e Svizzera gli ETF Single & Multi factor (42% e 47%).

MITO 2

Nel decidere di investire sugli ETF si guarda solo al costo (Expense Ratio).

REALTA’ 2

Il prezzo è una variabile importante nella scelta degli ETF, ma anche la liquidità e la capacità di replicare gli indici (Tracking Error) sono fattori chiave.

Evidenze:

  • Il Total Expense Ratio è il principale fattore che determina la scelta di un ETF per il 18% degli investitori interpellati. Segue il fattore liquidità (17%) e il Tracking Error (15%).
  • A livello regionale, tuttavia, esistono diverse priorità. Gli investitori italiani e svizzeri sono più sensibili per esempio al benchmark utilizzato dall’ETF (27% e 21%), nonostante il 61% del campione ritenga che il benchmark non abbia nessun impatto sulla scelta degli ETF. In Germania si fa molta attenzione al costo (38%), mentre negli UK alla media degli spread denaro – lettera (21%)
  • La liquidità è inoltre il fattore più importante in Italia quando gli investitori decidono di cambiare provider (87%).

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