Certificati, la pandemia frena il grande boom

Allo scorso 30 giugno si contavano 14.573 prodotti. Stiamo parlando dei certificati d’investimento, strumenti la cui offerta sul mercato italiano è in costante crescita. Se ne è occupato un articolo de Il Sole 24 Ore di venerdì a firma di Vito Lops.

Ebbene, nonostante la crescita dell’offerta di certificati, il 2020 che si sta per concludere ha osservato un calo degli scambi sul mercato secondario. Infatti, rispetto al picco del 2019 intorno ai 29 miliardi (numeri che si ottiene sommando i 17 miliardi di prodotti a leva ai 12 di quelli della categoria “investimento”), al terzo trimestre gli scambi del 2020 si sono attestati intorno ai 19 miliardi. Meno netto è stato il calo dei certificati sul mercato primario: dopo il record del 2019 oltre i 17 miliardi, al terzo trimestre di quest’anno il controvalore si è attestato oltre i 10 miliardi.

Che si sia di fronte a un declino di questi strumenti? I numeri dicono di no, visto l’andamento in crescita dei volumi che si è registrato a partire dal 2012. Il calo del 2020 – si legge sull’articolo di Lops – potrebbe quindi essere dovuto alla pandemia che ha messo a dura prova l’attività di consulenza, tra i canali privilegiati per la vendita al pubblico retail di questi prodotti.

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