Un anno di resilienza per gli ETP europei

Nel 2022 gli ETP hanno registrato una raccolta netta di oltre 88 miliardi di dollari. E nonostante il difficile contesto dovuto all’inflazione elevata, alla stretta monetaria e alla guerra in Ucraina, gli ETF azionari hanno raccolto 59 miliardi di dollari. A fronte di rialzi generalizzati dei tassi, gli ETF obbligazionari hanno poi attirato 32 miliardi di dollari, favoriti anche dalla scarsa propensione al rischio degli investitori che hanno preso in considerazione le nuove prospettive di rendimento rispetto alle azioni. Al contempo le materie prime hanno subito un deflusso netto di 4,8 miliardi di dollari, alimentato principalmente da strumenti su panieri diversificati (-3,2 miliardi di dollari) e su metalli preziosi (-1 miliardi di dollari).

“L’evoluzione dei flussi negli ETP ha rispecchiato la performance e il sentiment del mercato nel corso dell’anno, con l’inflazione come driver principale dei mercati”. Afferma Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Southern Europe, che di seguito illustra nei particolari la view.

Dopo un gennaio 2022 solido e flussi contenuti ma positivi, nei mesi successivi gli ETP europei hanno registrato deflussi netti per 4 miliardi di dollari a luglio, quando la Fed ha aumentato i tassi di 75 punti base per la seconda volta consecutiva, facendo salire i rendimenti obbligazionari e spingendo le azioni in territorio ribassista, trend che è pressoché proseguito fino alla fine dell’anno. Nel complesso, il terzo trimestre ha registrato deflussi netti per gli ETP domiciliati in Europa, soprattutto per quanto riguarda le esposizioni alle azioni e alle materie prime. Tuttavia, dopo che il dato sull’inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti si è rivelato inferiore alle attese, gli investitori sono tornati alle esposizioni azionarie e obbligazionarie, che hanno raccolto rispettivamente 9,2 miliardi di dollari e 8,2 miliardi di dollari, terminando l’anno complessivamente in positivo.

Raccolta netta degli ETF domiciliati in Europa nel 2022

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Gli investitori azionari si sono orientati verso esposizioni globali, ma hanno apprezzato anche gli Stati Uniti e i mercati emergenti

Le esposizioni globali hanno dominato i flussi azionari nel 2022, raccogliendo 36 miliardi di dollari, ovvero oltre il 50% di tutti i flussi azionari. Anche le esposizioni agli Stati Uniti e ai mercati emergenti hanno registrato flussi netti rispettivamente di 18 e 12 miliardi di dollari. Nel complesso, gli investitori si sono allontanati dalle azioni europee, che lo scorso anno hanno registrato deflussi per 7,7 miliardi di dollari, in quanto la regione è stata colpita dalla guerra in Ucraina, dall’inflazione elevata e da un inasprimento della politica monetaria più marcato rispetto a quanto inizialmente previsto.

Ad eccezione dell’energetico, tutti i settori hanno registrato performance negative lo scorso anno. In questo contesto, gli investitori hanno privilegiato i settori difensivi come l’Healthcare e i beni di consumo di base, che lo scorso anno hanno raccolto rispettivamente 1,8 e 1,4 miliardi di dollari. Al contrario gli ETF specializzati sui finanziari hanno registrato i maggiori deflussi lo scorso anno, subendo riscatti complessivamente 3,6 per miliardi di dollari.

Gli investitori obbligazionari hanno privilegiato la ricerca di protezione

In un contesto di avversione al rischio, sia i bond governativi che quello societari Investment Grade hanno registrato flussi netti in entrata, raccogliendo rispettivamente quasi 17 miliardi di dollari e 15 miliardi di dollari nel 2022. Gli investitori hanno continuato a essere prudenti, privilegiando esposizioni di qualità superiore come i titoli di Stato USA ed Euro e obbligazioni corporate Investment Grade.

Nel reddito fisso i treasury statunitensi sono stati la strategia di maggior successo per raccolta nel 2022, con oltre 15 miliardi di dollari di flussi positivi. Gli investitori sembrano essersi adattarsi all’incertezza legata all’elevata volatilità dei tassi.

Diversamente, abbiamo assistito a riscatti nel debito nei mercati emergenti, guidati principalmente dagli ETF su obbligazioni cinesi, che hanno azzerato quasi tutti i flussi in entrata del 2021, pari a 10 miliardi di dollari. L’allentamento delle restrizioni COVID, insieme alle misure per stabilizzare il settore immobiliare, hanno portato a prospettive più positive per l’economia cinese e potenzialmente a un graduale spostamento del sentiment degli investitori verso gli asset cinesi. Infine, poiché le previsioni sull’inflazione sono tornate verso le medie di lungo periodo, con un’inflazione di break-even a 10 anni che si aggira tra il 2% e il 2,5%, le esposizioni protette dall’inflazione hanno subito deflussi netti per 5,2 miliardi di dollari poiché, per la maggior parte dell’anno, gli investitori hanno iniziato a prevedere una svolta nell’inflazione nella seconda parte del 2022 e del 2023.

Segmento dei flussi degli ETP domiciliate in Europa: Top/Bottom 5 (USD billions)

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Flussi degli ETP domiciliate in Europa divisi per asset class (USD billions)

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