Certificati, ecco perchè il miglior attacco è la difesa

Abbiamo il piacere di intervistare il Dr. Alessandro Broi, consulente finanziario, esperto di opzioni e certificati di investimento e autore del sito web www.alessandrobroi.it.

Alessandro, oggi decade l’anniversario che segna un anno dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, ci spieghi come mai in corrispondenza di questa data l’anno scorso sei stato indotto ad inviare ai tuoi clienti un preciso segnale operativo di acquisto su uno strumento (certificato d’investimento) correlato all’andamento dell’Indice Nasdaq 100?

Permettimi un breve premessa: per formazione ed esperienza professionale ho una discreta conoscenza del mercato delle opzioni, prerequisito essenziale che mi consente di effettuare un accurato market screening sui Certificati d’Investimento e individuare le migliori opportunità di mercato per poi segnalarle a un numero ristretto di clienti che in autonomia decide di procedere all’investimento online. Il focus su questi strumenti nasce da una semplice constatazione: i mercati non si possono prevedere, sono una scienza sociale e le relazioni causa-effetto che cercano di ingabbiarli nei modelli teorico-probabilistici mascherano i rischi e le opportunità, invece che svelarli. Le strategie non direzionali insite nei certificati su cui focalizzo l’attenzione si integrano bene ad approcci di investimento con strumenti più tradizionali ed hanno il pregio di avere incorporate strategie di protezione che nessun altro strumento possiede in maniera efficiente. Asset protection è stata la parola chiave del 2022: lo strumento individuato il 24 febbraio 2022 aveva sottostante il Nasdaq 100 e nei 10 mesi di durata dell’Investimento ha consentito di acquisire un Rendimento di circa il 10%, senza strategie speculative, scommesse ribassiste o strane speculazioni, ma, al contrario, avendo ben chiaro e pianificato lo scenario a scadenza.

Quindi, nonostante una performance negativa dell’Indice Nasdaq 100 del -33% per l’anno 2022, chi ha investito scegliendo questo strumento ha guadagnato il 10%? Di quale strumento si trattava nel dettaglio e quale era la strategia sottostante?

Si trattava di un Top Bonus di Unicredit, (ISIN DE000HV8CDN1) che, se acquistato intorno a 95 euro il 24 febbraio 2022, in corrispondenza di una quotazione del Nasdaq 100 di 13.509 punti, avrebbe garantito un rimborso a 104,5 euro il 15.12.2022 se l’Indice Nasdaq 100 non fosse sceso di oltre il 18% da quei livelli di prezzo, ovvero non avesse quotato sotto il livello Barriera di Protezione di 11.041 punti in corrispondenza della scadenza di dicembre. Così è stato: il livello non è stato raggiunto per un paio di punti percentuali.

Possiamo dire che vi sia stata una componente di fortuna? Cosa sarebbe successo in caso di una flessione più profonda e di una rottura della Barriera?

Possiamo dirlo, anche se in questo caso si potrebbe aggiungere “la fortuna aiuta i prudenti”. Ricordo che nel momento in cui ho valutato il possibile acquisto, il mercato aveva già percorso una discreta discesa da inizio anno, la guerra si presentava come un fattore esogeno destinato a rientrare e si prospettava già un possibile picco dell’inflazione. Purtroppo, sappiamo come sono andate le cose, ma ricordo anche che avvisavo che il segnale di acquisto avrebbe potuto essere sfruttato anche nelle settimane successive, non escludendo un periodo di maggiore volatilità. Infine, sottolineo che il Nasdaq è stato uno degli indici più volatili del 2022; tutti i segnali di acquisto su altri mercati, in particolare sugli indici Europei e sul settoriale EuroStoxx Banks hanno raggiunto i loro obiettivi di rendimento e Protezione senza problemi, consentendo ottime performance agli Investitori. Peraltro, le rotture della barriere, quando avvengono, in linea generale determinano la partecipazione lineare alla performance negativa del sottostante, ovvero come se si investisse direttamente sul sottostante.

Sembrerebbe che i certificati d’investimento siano degli strumenti adatti nelle situazioni di mercato incerte e volatili. La protezione delle strategie è un elemento rassicurante per gli investitori di questi tempi?

Non è solo la protezione ma è il trade-off rischio/rendimento nell’orizzonte temporale considerato che si presenta premiante e migliore che non l’investimento diretto in Azioni ed ETF/Indici. Il ribasso di molti sottostanti azionari e il contemporaneo rialzo dei tassi hanno tra l’altro reso vantaggioso l’investimento in strategie a capitale totalmente protetto. Ancora oggi sul mercato si possono selezionare occasioni per cui comprando uno un certificato “Equity protection”, si acquisisce un Rendimento certo e garantito, assimilabile a quello dell’ obbligazione zero-coupon emessa dalla Banca in cui il “rischio emittente” è pari a quello di un’obbligazione senior. Perché capitale e rendimento garantiti? Succede, perché si può comprare il certificato a un prezzo decisamente più basso di quello nominale di rimborso a scadenza. In aggiunta, se nel corso del tempo il sottostante azionario del certificato si rende protagonista di un recupero, si potrebbe partecipare al rialzo stesso del sottostante azionario anche con una discreta sovraperformance, senza rischiare nulla e/o arrivare a percepire un flusso cedolare.

Quali altre caratteristiche reputi interessanti, che magari altri strumenti finanziari non hanno?

Una su tutte merita di essere citata: nelle fasi di veloci discese dei mercati sarebbe opportuno e conveniente considerare l’acquisto di questi strumenti invece che Azioni ed ETF o altro. La forte volatilità implicita delle opzioni deprezza spesso oltremisura questi strumenti nelle fasi più critiche. Questo delta, che in realtà si presenta l’85% del tempo, consente di acquistare a sconto: spesso guardando la fotografia dello scenario a scadenza, il confronto che potrebbe esserci tra titolo azionario/Indice con il relativo Certificato non lascia dubbi su quale strumento investire.

Altro vantaggio che può essere interessante evidenziare per chi acquista titoli o altri strumenti denominati in dollari è che nella maggior parte delle strategie vengono incorporate le opzioni “quanto” che coprono il rischio cambio. Anche il certificato sul Nasdaq dell’anno scorso era negoziato in euro e godeva della copertura. Oggi, a fronte di una auspicabile ripresa dei mercati statunitensi, il rischio è che buona parte della performance dell’Investitore italiano venga erosa dal deprezzamento del dollaro. Con i certificates questo può essere evitato.

Quali rischi ti senti invece di evidenziare?

Bisogna essere molto selettivi su questi strumenti e non essere indotti all’acquisto semplicemente dagli alti rendimenti potenziali, perché spesso a fronte di essi si hanno anche rischi eccessivi che non si percepiscono in maniera precisa. Spesso succede che si comprano certificates su singoli titoli azionari limitandosi a superficiali analisi dei grafici o dei fondamentali societari senza una corretta valutazione della volatilità implicite delle opzioni su tutta la struttura delle scadenze relative.

Un consiglio finale?

Per investire efficientemente su questi strumenti bisogna essere in grado di minimizzare nelle scelte anche i costi impliciti degli strumenti che vanno a remunerare Investment Bank e Banche distributrici. Un lavoro di analisi molto approfondito e certamente non alla portata di tutti. Un options strategist è però in grado di arrivare al prezzo fair di uno strumento e quindi sfruttare a proprio vantaggio inefficienze del mercato e asimmetrie informative che puntualmente si presentano sul mercato. E’ come andare a fare shopping con forti sconti su capi di alta gamma nei migliori negozi di Via Montenapoleone, in piena stagione. Certamente è qualcosa di riservato ai migliori clienti, a un élite di investitori.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!