Attenzione però: questo riconoscimento significa solo che la Sec ha ritenuto la richiesta legittima e completa, dopo averla rimandata indietro in un primo momento a causa di alcune mancanze. Quindi non significa affatto che la richiesta è stata accolta, o che l’ETF sia stato approvato. Significa solamente che la Sec ha preso in carica la richiesta e la valuterà. Ora la Sec ha a disposizione diversi mesi prima di essere costretta a dover emettere un verdetto.
Nel lungo documento ufficiale si legge che ora la Commissione sollecita l’invio di commenti alla richiesta di BlackRock, così da poter poi avere tutte le informazioni necessarie per poter decidere.
Da notare che l’ETF verrà listato sul Nasdaq, e infatti è proprio il Nasdaq che richiede di poter listare l’iShares Bitcoin Trust modificando la Nasdaq Rule 5711(d) intitolata “Azioni fiduciarie basate su commodity”.
L’iShares Bitcoin Trust sarà gestito da iShares Delaware Trust Sponsor LLC, una sussidiaria indiretta di BlackRock. Il custode dei Bitcoin sarà Coinbase Custody Trust Company.
BlackRock ha un tasso di approvazione delle sue richieste per ETF di quasi il 100%, tanto che in molti scommettono che anche questa volta ce la farà. Nonostante ciò le tempistiche potrebbero lo stesso essere molto dilatate, come in passato, perchè la Sec potrebbe ancora una volta volersi prendere tutto il tempo necessario per analizzare, esaminare e riflettere.
Rimane comunque possibile che l’eventuale approvazione, per nulla scontata, avvenga proprio nell’anno del quarto halving di Bitcoin, che dovrebbe avvenire ad aprile dell’anno prossimo.
Oltretutto, quella di BlackRock non è l’unica richiesta simile. Ciò che dà a questa richiesta maggiori probabilità di essere accettata, rispetto alle precedenti, sono i protagonisti di questa iniziativa. Innanzitutto ovviamente BlackRock, ovvero il più grande gestore patrimoniale del mondo, nonchè una società che ha già emesso con successo diverse centinaia di ETF con un tasso di approvazione da parte della SEC che sfiora il 100%. Non bisogna però dimenticarsi che è coinvolto anche il Nasdaq, ovvero una delle principali borse degli USA, e la principale per quanto riguarda i titoli tecnologici.
Il fatto che l’ETF sarà scambiato su una Borsa così solida e sicura potrebbe convincere la SEC a considerare meno manipolabile il suo mercato, ovvero ad ignorare una delle preoccupazioni che l’hanno portata nel corso degli anni a bocciare tutte le proposte simili.
Infine c’è Coinbase come custode, ovvero una società che la stessa SEC ha autorizzato due anni fa a quotarsi in Borsa, e che ad oggi è uno dei principali custodi crypto di livello istituzionale negli USA.