Faccia a faccia con Chelli

Dato il periodo generalizzato di crisi dei mercati finanziari, tra le tante tipologie di Etf, quali soluzioni potrebbero soddisfare le diverse propensioni al rischio dei risparmiatori?

A causa dell’elevata volatilità e delle pesanti perdite delle borse, mi sembra di poter affermare che in media la propensione degli investitori ad assumere rischio (azionario) si sia ridotta significativamente. Al riguardo l’unico nostro Etf che garantisce ogni giorno un valore (NAV) maggiore rispetto a quello del giorno precedente è il Lyxor Etf Euro Cash che, al pari di un deposito, cresce quotidianamente in virtù del nuovo rateo di interessi calcolato sul tasso Eonia della BCE. E’ l’unico Etf che non espone a una serie di rischi (valuta, liquidità, tasso, credit spread, mercato ecc..) e che, pertanto, potrebbe risultare un parcheggio ottimale in attesa di rientrare progressivamente sui mercati.


Nell’ultimo periodo quali Etf hanno registrato performance soddisfacenti?

Nell’ultimo anno, oltre al “Lyxor Etf Euro Cash” legato al tasso Eonia (+4,1%), gli 8 Etf basati sui Titoli di Stato dei 12 Paesi dell’Area Euro hanno registrato performance positive: si va da un +5,8% del “Lyxor Etf EuroMTS 3-5Y” a un +1,8% del “Lyxor Etf EuroMTS 15+Y”. Negli ultimi 3 mesi si sono messi invece in evidenza l’Etf sul Settore Automobilistico (+2,4%) e, ovviamente, l’Etf Short sull’indice DJ Stoxx 600 (+17,9%) che ha beneficiato pienamente della discesa dei corsi azionari europei.

In caso di default dei sottostanti di un Etf, in quali rischi possono incorrere i risparmiatori?
Gli Etf europei sono fondo comuni di Investimento, “armonizzati” secondo i dettami della direttiva comunitaria UCITS III, e pertanto il loro patrimonio è per legge interamente ed obbligatoriamente segregato e non aggredibile da soggetti terzi: questo difende pienamente gli investitori da un eventuale default dell’istitutore/gestore dell’Etf. Ovviamente però, in caso di fallimento di una o più società sottostanti all’indice, l’indice stesso perderà valore e con esso l’Etf corrispondente. Al riguardo l’unico accorgimento è orientarsi verso indici/Etf “broad”, cioè fortemente diversificati su un elevato numero di componenti. In tale ottica, per esempio, recentemente abbiamo affiancato al classico Etf sull’indice DJ Euro Stoxx 50 (50 titoli dell’Area Euro) anche l’Etf sull’indice MSCI EMU (circa 300 titoli dell’area Euro).


Alla luce dei recenti crolli in borsa della maggior parte dei titoli azionari, nei prossimi mesi su quali tipologie di sottostanti le società emittenti punteranno?

I tempi di lancio e di quotazione degli Etf, essendo dei fondi, sono troppo lunghi per potersi conciliare con le esigenze di specifici trend o mode di mercato: ne consegue che si preferisce procedere con l’usuale logica di completamento della gamma di prodotti offerti. Forse si potrebbe assistere ad un rallentamento, ma non alla cancellazione, dei lanci sui mercati emergenti a favore di asset class meno correlate con l’azionario: nel nostro caso il perdurare della crisi dei mercati ci ha portato a quotare su Borsa Italiana il primo Etf Short targato Lyxor basato sull’indice DJ STOXX 600. In questo caso, affiancando l’Etf Short con uno dei 18 Etf settoriali, è possibile implementare anche strategie long/short assolutamente non correlate all’andamento dei mercati.
 

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