Anche il SeDeX risente a ottobre della crisi

A ottobre il numero dei contratti registrati nel mercato dei SeDeX ha evidenziato un calo del 25% rispetto al mese precedente. In particolare si è scesi dai 268.907 contratti chiusi a settembre per un valore totale di 1,69 miliardi di euro, agli attuali 202.534 per un controvalore di 987 milioni, che evidenziano un calo nel volume d’affari del 42%.

A guidare la classifica dei prodotti più contrattati si sono piazzati ancora una volta al primo posto i covered warrant plain vanilla con 169.569 contratti, per un controvalore di 360 milioni seguiti dai leverage certificates che, con 13.799 per un controvalore di 74,8 milioni, hanno scavalcato gli investment certificates classe B che ne hanno chiusi 12.254 per un controvalore pari a 459 milioni.

Tra i sottostanti
, i più utilizzati sono stati gli indici italiani che hanno superato con 88.188 contratti e un controvalore di 232 milioni le azioni italiane che ne hanno chiusi 74.208 per un controvalore di 513 milioni, seguiti dagli indici esteri con 19.649 contratti e un controvalore di 181 milioni.

Mentre per quanto riguarda i primi 10 sottostanti in ordine di contratti scambiati (vedi tabella sotto) sul gradino più alto del podio si è confermato ancora una volta l’indice S&P/MIB, seguito da Fiat e dal titolo Eni che ha scavalcato UniCredit.

Tra gli emittenti si è confermata Societe Generale, che ha toccato quota 91.210 per un controvalore di 143 milioni di euro, davanti a UniCredit con 36.173 contratti e un controvalore di 108 milioni e Deutsche Bank con 18.428 contratti per un controvalore di 278 milioni.

Sul fronte, invece, dei primi 10 sottostanti in ordine di controvalore scambiato (vedi tabella sotto), la medaglia d’oro è andata a Eni che ha sbalzato l’indice S&P/MIB, mentre al terzo posto ha fatto il suo ingresso l’indice Dow Jones Euro Stoxx 50.

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