Etf vs. fondi comuni, azionario est Europa (senza Russia)

Similmente a quanto avvenuto nei mercati emergenti internazionali, anche quelli dell’est Europa hanno registrato un forte deflusso di capitali, a seguito di una crescente avversione al rischio, con un conseguente crollo degli indici.
A differenza degli emergenti asiatici, i paesi dell’est Europa mostravano, ancora prima della crisi, una situazione macroeconomica molto preoccupante, con forti squilibri nelle partite correnti, un disavanzo del settore pubblico, un crescente indebitamento dell’amministrazione pubblica ed un alto livello di inflazione.
Il costante ingresso di capitali esteri permetteva un bilanciamento della bilancia dei pagamenti, un apprezzamento delle valute domestiche ed una costante liquidità sui mercati finanziari, elementi che sono improvvisamente venuti meno a seguito dei deflussi di capitali.
La crescita del settore reale per il 2009 dovrebbe comunque rimanere di segno positivo (+2,5% secondo le previsioni del Fondo Monetario) e quindi ben superiore rispetto a quella dell’area Euro.
 
Nel mercato Etf Plus di Borsa Italiana, per investire sull’azionario dei paesi dell’est Europa, senza che la Russia sia rappresentata in portafoglio, è presente solo il Lyxor Etf Eastern Europe (-48,20%).
L’Etf è composto dalle 30 azioni più liquide, quotate nei mercati ungherese, ceco e polacco; i titoli più pesati in portafoglio sono Bank PKO, Bank Pekao, Erste Bank, Telekom Polka, CEZ.
E’ previsto il pagamento del dividendo.
 
Nel mercato del [a]risparmio gestito[/a] italiano, non sono numerosi i [a]fondi comuni[/a] specializzati sull’azionario dell’est Europa, che non comprendono anche la Russia.
Nessuno di questi fondi è riuscito a battere l’Etf di Lyxor, tra i migliori il Jp Morgan Funds Europe Convergence (-48,24%), il Bper Equity Eastern Europe (-50,69%) ed il Cs Equity Fund (lux) Convergence Europe (-51,08%).
Nel confronto in questione, a vantaggio dei fondi comuni riportiamo un maggiore grado di diversificazione geografica e settoriale, essendo ricomprese un maggior numero di società e paesi quali Turchia, Slovenia, Romania, Austria e Croazia.

Il peggiore risulta essere il Westlb Mellon European Convergence (-67,63%), per la componente azionaria della Turchia, pari al 25 per cento.

I mercati dell’est Europa offrono sicuramente grandi opportunità di crescita nel lungo termine, compensati tuttavia da rischi maggiori, per questo, un miglior grado di diversificazione, può rappresentare la scelta vincente.  

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