Etf vs. fondi comuni, azionario Australia

Tra i paesi dell’area Ocse, l’economia australiana ha mostrato, dal dopoguerra ad oggi, il maggiore tasso di crescita. Il risultato è stato permesso dall’assenza di squilibri macroeconomici interni, da una buona stabilità politica, da un quadro normativo, di stampo anglosassone, capace di favorire lo sviluppo e dalla ricchezza di materie prime.
Proprio il boom delle commodities è stato il principale artefice della crescita degli ultimi anni del mercato azionario, in termini di valore e capitalizzazione; si è passati infatti, dai 5 miliari di dollari australiani del 1997, ai quasi 30 di fine 2007. Il mercato azionario australiano risulta tuttavia poco diversificato in termini settoriali, essendo fortemente sbilanciato a favore di materie prime e finanziari.

Risulta fondamentale la valutazione sul rischio cambio, considerando le forti variazioni del rapporto Euro/Aus; nell’ultimo anno si è passati da un massimo di 1,6 a febbraio, ad un minimo di 2,1 in autunno, contribuendo ad aggravare la già negativa performance del mercato azionario.
 
Nel mercato Etf Plus di Borsa Italiana, per investire sull’azionario australiano, è presente un solo Etf, sull’indice S&P/ASX 200, emesso da [s]Lyxor[/s]. L’indice riflette il rendimento delle 200 società a maggiore capitalizzazione, rappresentando il 78% del mercato azionario australiano. Il titolo maggiormente rappresentato è BHP Billiton (sorto alla ribalta internazionale per la maxi offerta lanciata lo scorso anno e poi ritirata, sulla connazionale Rio Tinto, anch’essa ben rappresentata nell’Etf), seguito dai bancari Westpac Banking Corporation, Commonwealth Bank, National Australia Bank. 
Dal 12 Marzo, mesi di inizio della negoziazione, il rendimento è stato in calo del 66%.
Non è previsto il pagamento di dividendi ed il volume negoziato è piuttosto modesto.

Nel mercato del risparmio gestito italiano sono pochi i fondi comuni specializzati sull’azionario australiano, in parte perché inserito, con percentuali di minoranza, nei fondi comuni sull’azionario pacifico, ma soprattutto per una scarsa attenzione dell’industria dei fondi comuni, possiamo quindi riportare i dati di tutti i fondi comuni commercializzati sul mercato italiano.

Meglio dell’Etf sono riusciti a fare l’Aberdeen Global Australasian Equity (-43,15% nell’ultimo anno, -57% da marzo), l’Ubs (Lux) Equity Fund Australia (-45,66% nell’ultimo anno, -59% da marzo), il Dexia Equities Australia (-46,54% nell’ultimo anno, -65% da marzo).

Perdono invece il confronto con l’Etf S&P/ASX 200 di Lyxor, il Parvest Australia (-48,36% nell’ultimo anno, -74% da marzo) ed il Fidelity Australian Fund (-49,34% nell’ultimo anno, -69% da marzo).

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