La Blockchain spiegata (bene) a mia nonna

Negli ultimi mesi la Blockchain è sulla bocca di tutti: una tecnologia che promette di rivoluzionare il sistema economico, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Ma non solo. Secondo una previsione del World Economic Forum entro il 2025 ci saranno attività che genereranno oltre il 10% del Pil del mondo che saranno registrate su tecnologie che si basano appunto sui principi della blockchain. Si tratta di un database distribuito che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e chiunque può prelevarlo dal web, diventando così un nodo della rete. In altre parole è una sorta di libro contabile in cui sono registrate tutte le transazioni rese possibili dall’approvazione del 50%+1 dei nodi.
Insomma, tutti innamorati della “catena di blocchi”.

Recentemente Enrico Camerinelli, analista di Aite Group ed esperto di blockchain, ha pubblicato un post molto utile ripreso dal magazine online dedicato al FinTech FinExtra, nel quale cercava di spiegare la nuova tecnologia in parole semplici – attraverso un semplice esercizio che dovrebbe essere preso sempre come prova del 9 per ogni concetto: spiegarlo alla nonna. Camerinelli scriveva:

“Ho letto su una rivista qualche giorno fa qualcosa chiamato “blockchain”. Tutti sembrano essersi innamorati quindi deve essere qualcosa di importante. Purtroppo l’articolo era in gergo tecnico e non riuscivo a capire. Mi tu sai di cosa si tratta?”. Mi chiese mia nonna.
“Sì, naturalmente” – è stata la mia risposta pronta.
“Bene. Potresti spiegarmela?”

La risposta?

“Nonna, supponi di avere a disposizione solo una fattura di 100 dollari per acquistare un prodotto in un centro commerciale. Alla cassa dici che invierai una mail in cui prometti di pagare 100 dollari. Il commerciante accetta felicemente la mail e va in banca. Anche la banca accetta la mail e accredita i 100 dollari sul conto del commerciante”.

Sembra facile no? Quindi, si chiede Camerinelli, in teoria sarebbe possibile acquistare prodotti per più di quello che hai semplicemente inviando messaggi di posta elettronica? Non proprio. Ecco perché:

“Per capire meglio, aggiungiamo un gruppo di clienti nel centro commerciale. Ora, quando tu dici che invierai la mail di promessa di pagamento, la gente chiederà di ricevere la stessa mail. Ci sono alcuni clienti “speciali” tra la folla che si sfideranno per essere i primi a convalidare le informazioni della mail (ad esempio, il mittente, il destinatario, l’ammontare scambiato, il vero possesso della somma richiesta). Una volta convalidata, il contenuto diventa “accettato” per tutti. Ma dal momento che tutti i clienti “speciali” nel centro commerciale vorranno che la loro convalida sia presa per vera, quale bisognerà seguire? Tutti i partecipanti speciali seguono una regola (cioè, un “protocollo”): il primo a risolvere il puzzle elettronico, una sorta di Sudoku, vince la gara. Come sappiamo un Sudoku è piuttosto complicato, ma la soluzione è facile da verificare. Il vincitore sarà ricompensato per il duro lavoro nel risolvere il Sudoku. Un incentivo ai contendenti per cercare di vincere la prossima volta. Dopo aver controllato che il puzzle sia stato risolto correttamente, i contendenti accettano la mail convalidata del vincitore come “la versione ufficiale”. La mail viene inviata a tutte le persone nel centro commerciale, che ora possiedono tutti la stessa copia, riconosciuta come valida e immutabile. Con la versione accettata pubblicamente, tutti nel centro commerciale sapranno che io devo 100 dollari al negozio e che il foglio che ho tra le mani non vale niente”.

Ma, continua l’esempio, se si vuole fare un altro acquisto in un altro negozio del centro commerciale, facendo lo stesso procedimento, la mail verrà rifiutata. Come mai? Perché tutti sanno che non hai più soldi a disposizione: sia il commerciante, che la tua banca, che la banca del commerciante, infatti, sono al corrente di ciò che hai speso. È, insomma, un sistema di autocontrollo in cui non c’è bisogno di alcun intermediario per supervisionare le transazioni. Ma, si sa, l’occasione fa l’uomo ladro. E se, si domanda Camerinelli, all’interno del sistema, colui che riceve la promessa di pagamento ha l’intenzione di agire maliziosamente (magari in un conflitto di interessi) accettando una transazione irregolare?

Ebbene, in questo caso , conclude Camerinelli, i clienti nel negozio (esattamente quelli che hanno ricevuto la prima mail valida) contesteranno (“sì, siamo in un mondo dove la gente parla”, commenta). E fino a quando il 51% dei clienti non dà il via libera la transazione non si fa. Insomma, se non impossibile è quantomeno difficile: per ingannare il sistema, bisognerà convincere almeno il 51% dei partecipanti. Il sistema ancora una volta si autocontrolla senza la necessità di un’autorità pregiudiziale centrale.

Scettici sul potere dell’auto-regolamentazione? Provate a pensare al funzionamento di Wikipedia che, grazie alla partecipazione del web, è riuscito a diventare l’enciclopedia online di consultazione per eccellenza.

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