La crescita dell’Italia? Passa dal digital payment

Un panel d’eccezione per il secondo confronto con le Istituzioni promosso dall’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica: presso la sede capitolina di UnionCamere, si sono riuniti i principali player del digital payment per tracciare lo stato dell’arte e le prospettive di un settore tanto decisivo per la crescita del Paese. Erano presenti tra gli altri, in qualità di relatori, il Vice Ministro Luigi Casero, Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, Camera dei Deputati, l’Onorevole Sergio Boccadutri, Commissione Parlamentare di Inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche Amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Claudio Impenna, Vice Capo del Servizio Supervisione Mercati e Sistema dei Pagamenti, Banca d’Italia, e Claudio Clemente, Direttore Unità Informazione Finanziaria per l’Italia, Banca d’Italia.

Inizialmente appannaggio esclusivo di banche e circuiti, il comparto delle procedure di incasso e pagamento si è aperto agli istituti di pagamento e di moneta elettronica grazie alla prima direttiva europea sui pagamenti. Oggi, alla luce della Payment Services Directive II, lo scenario ha subito un’ulteriore evoluzione: gli Over The Top, quali Google, Amazon, Apple, Alibaba, PayPal ricoprono infatti un ruolo di primo piano. Non in ultimo Facebook, di recente autorizzato dalla Banca Centrale Irlandese ad operare come e-money institution in Europa.

Il 2017 potrebbe essere quindi l’anno di svolta per i digital payment nel nostro Paese: lo testimonia la crescente percezione del comparto come driver decisivo per la competitività e per significativi risparmi.  La Banca d’Italia quantifica in 8 miliardi di euro annui il costo del contante, dove il cash resta la modalità di pagamento preferita dagli italiani ma, con 153 miliardi di euro in volumi d’affari proprio sui digital payment (+11% in un anno a fine 2015*), questo comparto innovativo è destinato a risollevare le sorti del Paese.

“Se è vero che la capitale è specchio del Paese, Roma non concede il beneficio del dubbio: gli acquisti durante i saldi, indicatore fedele sotto molti punti di vista della fiducia dei cittadini nell’economia, sono stati pochi. Parliamo di una flessione tra il -8 e il -15%, secondo un’indagine Nielsen” ha dichiarato Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P., aggiungendo che “naturalmente, esiste una ragione: i consumatori sono andati a fare shopping altrove. Nello specifico, online. Infatti, quasi il 70% dei consumatori utilizzerebbe sempre il canale web per i propri acquisti. Tra chi è già online, l’87% utilizza piattaforme eCommerce. L’esempio dello scorso Black Friday è emblematico. La comodità del digitale è palese in una città come Roma, spesso messa in scacco da scioperi del servizio di trasporto pubblico e recentemente anche dai tassisti: fortunatamente, i Digital Payment creano opportunità laddove sembra non vi siano. Ammesso che si intenda fare shopping nei negozi fisici, grazie ad Uber, carsharing e servizi analoghi riusciamo a muoverci senza disagi particolari. È questa forse la vera rivoluzione del digitale, al netto delle tante millantate: un tempo inseguivamo i saldi e gli autobus. Oggi è il consumatore a dettare i tempi ed il digitale diventa la soluzione migliore per muoversi nel mondo fisico” ha proseguito Pimpinella.

Proprio l’Unione Europea, per sua natura votata al libero scambio di persone, di beni e di capitali, è impegnata nello studio della strong customer authentication per renderla ancora più “strong”. A detta di molti esperti, tutte le operazioni di pagamento superiori a 10 euro sono a rischio. Il Black Friday, alla luce del “check-out rinforzato” non sarebbe mai esistito: quaranta minuti per acquistare uno smartphone è un tempo impensabile, in un mondo sempre più veloce. “Non è un caso che MasterCard, Visa e PayPal abbiano espresso non poche perplessità in merito. Quasi 7 consumatori europei su 10 sarebbero indotti ad abbandonare l’acquisto via web nel caso di passaggi ulteriori al checkout. In Italia, lo farebbe circa il 60% dei consumatori” ha sottolineato Pimpinella, concludendo: “Il Sistema Paese, ad oggi incapace di crescere, non ha bisogno di ulteriori battute d’arresto: il rilancio dell’Italia passa attraverso i digital payment. Dobbiamo evitare di mettere i cittadini in fila alle casse dell’eCommerce”.

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