Google non sarà mai una banca

Secondo molti studi recenti, sono in molti a essere disposti ad acquistare servizi finanziari, bancari e assicurativi qualora Facebook, Google o Amazon li offrissero. E l’appetito verso la finanza da parte di questi colossi tecnologici non è una novità. Android Pay, Google Wallet, Apple Pay sono solo alcuni servizi che negli ultimi anni sono stati creati apposta per i consumatori. Amazon, inoltre, sta concedendo prestiti a venditori terzi che utilizzano la piattaforma per il proprio business e necessitano liquidità a breve termine per essere più competitivi. Eppure, secondo un’analisi del sito FinTech Ranking, queste aziende non apriranno mai una loro filiale bancaria. E ci sono vari motivi a supporto di questa tesi.

Il primo è una ragione legislativa. In Gran Bretagna, per esempio, prima del 2010 non è stata concessa una singola licenza bancaria in più di 100 anni. L’altro mercato all’avanguardia, quello americano, è ancora più inaccessibile: oltre a dover chiedere permessi al governo, è necessario chiedere singolarmente ai vari Stati. Un iter, insomma, lungo e noioso per qualsiasi società. A maggior ragione per chi, come le big del web, sono abituate alla velocità della rete.

La seconda ragione, continua FinTech Ranking, è che mettersi come competitor diretto di questi colossi bancari sarebbe un’idea molto stupida. Per mettere fuori gioco una scomoda concorrenza, basterebbe che Barclays dicesse ai suoi 48 milioni di clienti a livello mondiali che non sarà più possibile inviare denaro attraverso il social network Facebook–  se questa decidesse di sfidare apertamente la banca britannica.

Il terzo motivo è che ci sono tanti altri modi per interagire con i dati finanziari delle persone, senza dover costruire una banca. Per esempio ci sono un sacco di App che permettono di raccogliere tutte le proprie carte di credito di diverse banche in una sola. I problemi delle banche “tradizionali”, in questo senso, sono relativi più che altro alla sfera della customer service e della convenienza. Il settore bancario non ha realmente afferrato la quantità di dettagli che un estratto conto bancario può rivelare della vita di una persona, le sue speranze, sogni, ansie e paure.

Google sa già tutto di noi attraverso le nostre ricerche nel suo motore. Facebook conosce la nostra etnia e quello che ci piace. Amazon sa cosa vogliamo prima di acquistarlo. Cosa significa? Che queste aziende sono in una posizione privilegiata nell’offrire piccoli servizi finanziari costruiti intorno alle nostre esigenze, senza mai diventare quello che per noi è una banca tradizionale.

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