Fondi comuni – è l'ora delle utilities

J.M. Keynes definì la trappola della liquidità come la situazione che si verifica quando si hanno un tasso di interesse molto basso e la domanda di moneta risulta illimitata poichè i risparmiatori si aspettano un aumento dei tassi e quindi preferiscono detenere moneta in forma liquida anzichè investirla.
Il problema è che quando non si potrà più utilizzare l’arma del taglio dei tassi si dovranno trovare nuovi strumenti per dare ossigeno alla crescita economica: uno può essere lo stimolo fiscale.

Tale situazione fa paura perché richiama alla memoria situazioni già vissute: la grande depressione americana prima e la grande deflazione giapponese poi. In Usa, dove la Fed ha abbassato i tassi tra lo 0 e lo 0,25% le banche preferiscono non fare circolare denaro all’interno del sistema economico e detenere liquidità. Lo stesso di quello che stanno facendo le banche europee che, nonostante la bassa remunerazione, hanno presso la Bce 300 miliardi di depositi immobilizzati.

Nel settore telecomunicazioni Telecom Italia si è “distinta” per dati di bilancio superiori, anche se di poco, alle attese di mercato: i ricavi sono calati nel 2008 del 3% e l’utilie netto del 10%. E’ soprattutto negli ultimi mesi dello scorso anno che la società ha incrementato le proprie performance, in particolare l’utile netto.
Il colosso At&T è stato giudicato un investimento sicuro da Goldman Sachs, che è ottimista sui risultati per il primo trimestre. Anche J.P. Morgan si è espressa in modo favorevole a favore della società, sostenendo che le stime degli investitori sono troppo prudenti.

A livello globale, il settore del petrolio e del gas sta attraversando continue oscillazioni di prezzo, rilevanti progressi tecnologici, cambiamenti nelle regolamentazioni, e aperture a nuove aree e mercati. Le aziende si sono espanse a livello internazionale grazie ad accordi di condivisione della produzione, fusione, acquisizione e alleanze strategiche.

La costante ricerca di nuovi modelli per creare valore rende il settore dell’utility complesso e in continuo cambiamento.  Alcune strategie innovative consistono nel migliorare ulteriormente i punti di forza dell’utility tradizionale occupandosi di tutti i processi: produzione, distribuzione e vendita.  Altre, traggono vantaggio concentrandosi su particolari momenti del processo di produzione energetico. Il mercato dell’energia per quanto sia rischioso sta diventando sempre più indispensabile. Denominatore comune di tutti i paesi rimangono in ogni caso il trend verso la liberalizzazione, la convergenza e la competitività. Notevoli sono invece le differenze a livello nazionale.

L’analisi dei migliori e peggiori comparti inclusi nell’area azionari settoriali vede il fondo NAS World Utilities Equity in vetta alla classifica nella settimana che va dal 26 febbraio al 4 marzo con una performance positiva del +12,4%.
Il comparto, lanciato nel novembre 2001, ha registrato una performance YTD negativa -15,2% contro una performance a 3 anni del -9%.
Il benchmark di riferimento è il MSC World/Utilities100 Usd Index.
Il Comparto investe, a livello mondiale, principalmente in titoli azionari quotati presso le Borse Valori di Stati Uniti, Europa e Giappone, emessi da società del settore dei servizi pubblici e/o di società che hanno un interesse predominante in questo settore.

I MIGLIORI FONDI AZIONARI DAL 26/02 AL 04/03

Valuta fondo percentuale
EURO NAS WORLD UTILITIES EQUITY 12,44%
EURO DB PLATINUM COMMODITY EURO 12,00%
EURO PARVEST EUROPE REAL ESTATE 10,88%
EURO ING (L) INVEST GLOBAL REAL ESTATE 10,59%
EURO JB MULTICOOPERATION COMMODITY FUND (EURO) 9,83%

I PEGGIORI FONDI AZIONARI DAL 26/02 AL 04/03

Valuta fondo percentuale
USD MLIIF WORLD HEALTHSCIENCE FUND -11,09%
EURO JULIUS BAER MULTIPARTNER – SAM SMART ENERGY FUND -10,94%
USD JP MORGAN INVESTMENT FUNDS GLOBAL FINANCIALS FUND -10,60%
USD JP MORGAN INVESTMENT FUNDS GLOBAL HEALTHTECH FUND -9,95%
USD FRANKLIN BIOTECHNOLOGY DISCOVERY FUND -9,86%

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