La notizia meno rassicurante è che nella top ten dei peggiori (in termini di riduzione del patrimonio) troviamo una chiara prevalenza di società nostrane. Sono ben 7 i gruppi italiani (in ordine casuale Anima, Ubi Banca, Monte dei Paschi, Banco Popolare, Arca, Unicredit, IntesaSanpaolo) presenti nella suddetta classifica. E per dirla tutta, la top 3 è esclusivamente farina del nostro sacco.
Il terzo posto del podio negativo vede il Gruppo Banco Popolare. Se ci fermiamo ai dati relativi a febbraio 2008, il patrimonio era pari a 20.296,4 milioni di Euro; il risultato corrispondente del 2009 è di 9.316 milioni. Praticamente metà del totale è sparita.
In seconda posizione troviamo il macro gruppo IntesaSanpaolo. Una realtà che presenta addirittura 363 fondi, direttamente o indirettamente legati alla sua proprietà. La variazione è stata tre volte tanto maggiore di quella del gruppo Banco Popolare (-10.980,4 milioni). Stiamo parlando di una cifra che tocca i -33565,7 milioni di euro (il patrimonio attuale è di 105.881 milioni)
La maglia nera se la aggiudica il gruppo capitanato da Profumo, ovvero UniCredit. Il patrimonio relativo si è ridotto di 47.016,5 milioni di euro, arrivando a toccare la quota attuale di 60.137 milioni totali.
I due colossi guidati rispettivamente da Corrado Passera e Alessandro Profumo hanno bruciato oltre 80 miliardi di euro, praticamente il 53% della perdita dell’intera industria del risparmio gestito.
Povera Italia, verrebbe da dire. E meno male che le banche, ascoltando Berlusconi, non sono state contagiate. Chissà cosa sarebbe accaduto se avessero preso anche un banale raffreddore.