Fondi comuni, torna la crisi. Mediolanum salva, Pioneer no

E’ brutto dirlo, ma i deflussi hanno ripreso quota, attestandosi ai livelli di poco superiori a quelli di gennaio (4,9 miliardi di Euro).  C’è però una notizia positiva; se tra gennaio e febbraio il patrimonio complessivo era passato da 397,7  miliardi di euro a 388 del mese scorso, oggi il decremento è sensibilmente inferiore. Merito, principalmente, del comparto estero. Ma passiamo ai dati.

Nel corso del mese di marzo i deflussi dai fondi aperti si fermano a quota 5,1 miliardi di euro. A dispetto di questi riscatti, il patrimonio subisce una contrazione di 2 miliardi di euro, passando dai 388 miliardi dello scorso mese agli attuali 386 miliardi di euro. I dati rilevati dall’associazione evidenziano un aumento complessivo dei deflussi per tutte le categorie censite, ma con dovuti distinguo.

Sono prossimi alla parità i fondi di Liquidità, che registrano riscatti complessivi per 139 milioni di euro (mentre a febbraio era in territorio positivo, con 572 milioni di apporti). La categoria chiude con un patrimonio in crescita rispetto allo scorso mese pari a oltre 87 miliardi di euro, equivalenti al 22,6% del patrimonio complessivo.
 
I prodotti Bilanciati e Azionari registrano rispettivamente 420 e 490 milioni di euro di deflussi, mostrando un dato in discesa rispetto al mese precedente (specialmente per i bilanciati, che erano fermi a quota -143 milioni di Euro). Alla fine del mese il patrimonio dei fondi Bilanciati subisce una leggera flessione rispetto alla precedente rilevazione e si ferma a 16,2 miliardi di euro, il 4,2% del patrimonio. Gli asset dei fondi Azionari sfiorano i 63,9 miliardi di euro, il 16,6% del patrimonio investito in fondi aperti.
 
Praticamente stabili I riscatti per i fondi Hedge, che si interrompono a 677 milioni di euro, contro i 611 di febbraio. Gli asset detenuti dalla categoria, equivalenti al 4,6% delle masse complessive, sono alla fine del mese pari a poco meno di 17,8 miliardi di euro.

Stesso discorso per i fondi Flessibili; nel corso del mese la categoria subisce riscatti per 701 milioni di euro (687milioni a febbraio) e chiude il periodo mettendo sulla bilancia il 12,9% del patrimonio, un dato che vale poco meno di 50 miliardi di euro.
Sono negativi e ampiamente superiori alla somma dei deflussi delle altre categorie i riscatti dai prodotti Obbligazionari. Nel corso del mese i fondi registrati sotto questa bandiera hanno perso oltre 2,7 miliardi di euro. Essi rappresentano alla fine del mese il 39,1% del patrimonio, equivalente a masse per 151 miliardi di euro.

Passando all’area geografica di riferimento
, durante il mese di marzo i deflussi dai fondi di diritto Italiano hanno sfiorato i 3,3 miliardi di euro. Il patrimonio investito nei prodotti domestici promossi da gruppi italiani ed esteri equivale oggi a 204 miliardi di euro, il 52,8% del patrimonio totale investito in fondi aperti.
Fermi provvisoriamente a quota 1,9 miliardi i riscatti dai fondi di diritto Estero. Gli asset stimati totalizzano circa 182 miliardi di euro, il 47,2% del patrimonio dell’intero sistema fondi. Sembra quindi che i prodotti appartenenti a questa categoria abbiano retto meglio alla sfiducia da parte degli investitori.

Nel corso del mese i Gruppi Italiani, che detengono l’82,4% del patrimonio, hanno accusato deflussi per 4,8 miliardi, mentre i Gruppi Esteri, a loro il restante 17,6% degli asset, tornano in territorio negativo con deflussi momentanei per 350* milioni di euro.

Sul fronte societario
sono solo 11 le società capaci di registrare afflussi di patrimonio. I nomi? I soliti noti. I migliori ingressi sono stati registrati dal gruppo Mediolanum, mentre continua il momento problematico di Pioneer Investments, che mostra i deflussi più significativi. Tuttavia appare opportuno specificare, onde evitare equivoci, il dato della società del gruppo Unicredit è in larga parte influenzato da una ricomposizione dei portafogli a favore di prodotti assicurativi, che non sono rilevati nel perimetro Assogestioni ma che Pioneer Investments gestisce. Parallelamente la società sta promuovendo una campagna sui PAC, prodotti caratterizzati da flussi stabili e di lungo periodo ma con impatto relativamente marginale nel breve.

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