Risparmio gestito – Il rilancio degli alternativi parte dalle certezze

La volatilità rimane elevata anche per gli investimenti alternativi, rivelando il dominante clima di incertezza. Gli hedge fund fanno dunque fatica a trovare nuovi investitori, mentre nel settore immobiliare sono privilegiati i segmenti «noiosi». Le materie prime beneficiano invece dei programmi statali d’investimento nelle infrastrutture.
 
Materie prime

I principali indici delle materie prime hanno chiuso il primo trimestre praticamente sullo stesso livello di quando l’avevano cominciato, tuttavia con una volatilità molto spiccata. A inizio anno i mercati sono stati molto penalizzati e la situazione economica era stata giudicata peggiore di quella della Grande Depressione. Con la scarsità dell’offerta di materie prime, soprattutto nel comparto petrolifero, gli investitori hanno ben presto assunto un’ottica più rialzista. Il dollaro debole, l’esiguità del mercato del credito nonché l’accresciuta domanda di metalli industriali da parte della Cina hanno fornito ulteriori stimoli. Le prospettive per il secondo trimestre appaiono dunque più equilibrate, tanto più che diversi paesi hanno varato investimenti mirati nelle infrastrutture. Abbiamo trasformato il nostro posizionamento in neutrale nei settori ciclici, tra cui energia e metalli industriali. Per le principali materie prime non va assolutamente dimenticato il «contango » (carry negativo), che nei prossimi mesi dovrebbe migliorare.

Immobili

Il mercato immobiliare svizzero si muove in modo diametralmente opposto ai mercati stranieri. Ciò che ieri appariva «noioso» e «troppo poco redditizio » oggi viene giudicato come «sicuro» e «solido». La frenata dell’economia dovrebbe tuttavia penalizzare anche gli immobili ad uso commerciale in Svizzera, ma non ci attendiamo i crolli a cui abbiamo talora assistito sui mercati stranieri. Non devono dunque essere abbandonati i fondi immobiliari svizzeri e le fondazioni d’investimento immobiliari. Gli investitori propensi al rischio possono riprendere a considerare le azioni immobiliari svizzere. Disaggi in media superiori al 22% scontano un forte calo dei prezzi degli immobili commerciali. Sino a fine 2008 i periti esterni non intravedevano tuttavia ancora la necessità di ridurre le valutazioni degli immobili in portafoglio. Gli investimenti esteri (REITS, società) sono ancora molto esposti a rischi causati dalle necessarie ricapitalizzazioni; anche queste quotazioni scontano in parte drastiche le svalutazioni.

Fondi hedge

Nel primo trimestre 2009 il settore degli hedge ha ritrovato un po’ di stabilità. L’elevata avversione al rischio («de-risking») e l’abbattimento del debito («de-leveraging») hanno provocato una vera e propria fuga dagli hedge fund lo scorso anno; si stima che il patrimonio investito sia sceso del 50%. Verso fine trimestre l’assestamento è stato sostenuto anche da una generale normalizzazione dei mercati, a sua volta indotta dalle ingenti misure monetarie e fiscali. Nel primo trimestre i riscatti non si sono arrestati e lo scenario si conferma difficile, hedge fund rimane cauti. La performance si è stabilizzata, ma nel breve termine manca un potenziale di ripresa. La maggior parte degli investitori non sta ancora pensando a nuove esposizioni, perché almeno una parte dei loro capitali rimane nei portafogli non liquidabili degli hedge fund («side pockets»). Confermiamo il nostro posizionamento cauto, che abbiamo assunto già a inizio 2008, concentrandoci su strategie liquide ed evitando gestori illiquidi focalizzati sul credito. Nelle strategie equity hedge rimaniamo sottopesati privilegiando i gestori market neutral. 

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