Risparmio gestito – Come affrontare il mercato

Nei prossimi mesi dovremmo assistere ad un rimbalzo della produzione industriale. L’esigenza di ricostituire le scorte dovrebbe ridare fiato ad un’economia che dovrebbe però rimanere al di sotto del suo potenziale. Il tasso di disoccupazione continuerà a salire e il reddito da lavoro scenderà causando da un lato un incremento del tasso di risparmio delle famiglie e dall’altro una contrazione dei consumi. La crescita economica rimarrà quindi debole sia nel 2009 che nel 2010. In un simile scenario, le banche centrali (la Fed in primis) hanno poco spazio per un aumento dei tassi d’interesse.

Il mercato, ottimista, sconta comunque un rialzo dei tassi a medio termine (il consensus di Bloomberg è per un rialzo di 1 punto percentuale nell’estate 2010) e le curve dei rendimenti sia Usa che Euro si sono irripidite in questi primi mesi dell’anno. La maggioranza degli strategist discute sul “quando” piuttosto che sul “se” ci sarà una stretta monetaria.

Nella fase più acuta della crisi il cosiddetto “fly to quality” ha comportato un allargamento degli spreads tra i titoli governativi tedeschi (percepiti come i più sicuri) e i titoli degli altri paesi europei. Con l’allentarsi delle tensioni sui mercati finanziari, questo differenziale è andato via via stringendosi e oggi è tornato su livelli vicini a quelli esistenti prima del fallimento di Lehman (lo spread tra il Bund e Btp decennale è passato da 160 bps di fine febbraio agli 80 bps attuali, a fine agosto 2008 era di circa 60 bps)

Anche sui titoli corporate si è assistito a un deciso miglioramento degli spreads nei confronti dei titoli governativi. A oggi il rendimento delle obbligazioni investment grade del settore industriale è inferiore rispetto ai livelli del 2007.

Sul mercato obbligazionario Julius Baer mantiene un profilo di duration neutrale. Per quanto concerne il rischio di credito, privilegiamo le emissioni corporate a rating elevato: in particolare, le obbligazioni emesse dalle banche con garanzie statali offrono liquidità e un rating alto; osserviamo inoltre le emissioni non cicliche (farmaceutico, alimentari, utilities).

Dall’analisi settoriale del mercato azionario europeo è evidente come nel 2009 vi sia stata una notevole dispersione dei rendimenti, con la conseguente necessità di modificare rapidamente la strategia in ogni fase di mercato. Se osserviamo tre periodi distinti (bear market gennaio-inizio marzo, bear market rally marzo-inizio maggio e mercato laterale maggio-giugno) l’ampiezza della rotazione settoriale verificatasi è ancora più evidente. Nella fase di discesa dei mercati i settori che hanno contenuto le perdite sono stati ovviamente i più difensivi (Energia -9%, Telecom -14% e Farmaceutici -14%) mentre i settori peggiori sono stati i finanziari (’Assicurativo -43% e il Bancario -40%). Nella fase di recupero invece, i peggiori performer sono stati i settori difensivi (Telecom +7% e Farmaceutici +8%) mentre i migliori il Bancario (+107%), l’Assicurativo (+81%) e le Risorse di Base (+60%). Nella fase di mercato laterale hanno sofferto maggiormente Banche   (-1,5%) e Assicurativi (-3,5%) mentre i migliori settori sono stati Chimici (+7%) e Risorse di Base (+4,5%). Da inizio anno il miglior settore è stato quello delle Risorse di Base (+51%) seguito da Bancario (+22%) e Energia (16,5%). I peggiori Telecom (-6%), Farmaceutico (-6%), utilities (-5%) e Assicurativi (-2%).

Per quanto riguarda il mercato azionario, preferiamo i titoli Value ai titoli Growth mentre siamo neutrali fra small e large cap. A livello settoriale privilegiamo i settori Energia, Materie Prime e Telecomunicazioni mentre a livello geografico sovra ponderiamo Europa e Mercati Emergenti.

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