Riuscirà la Cina a battere gli orsi?

A seguito del calo delle esportazioni provocate dalla recessione economica globale, la Cina si trova ad affrontare una lunga fase di transizione che segnerà il passaggio da una crescita orientata all’export verso un’espansione sostenuta dalla domanda interna. I consumi domestici hanno tutte le potenzialità per diventare il prossimo driver di crescita negli anni a venire: il reddito pro capite è in aumento, il tasso di risparmio delle famiglie è elevato e la quota dei consumi sul prodotto interno lordo (Pil) è relativamente bassa.

Questa transizione potrebbe tuttavia essere ostacolata dalle disparità di reddito, da un pesante fardello fiscale e da un sistema di sicurezza sociale ancora in gestazione, fattori che richiedono il sostegno di misure politiche. L’attuazione dei cambiamenti politici richiederà tempo e in una prospettiva di lungo termine gli effetti si trasferiranno gradualmente sull’economia reale.

Alla luce di questo scenario, riteniamo che nel 2009 le politiche fiscali e monetarie manterranno la rotta già tracciata. Anche la politica di espansione del credito fornirà probabilmente un valido sostegno, come dimostra l’eccezionale crescita dei finanziamenti registrata nel primo trimestre di quest’anno.

La Cina può affrontare l’attuale fase recessiva in una posizione relativamente forte grazie a un sistema bancario sano e ben patrimonializzato, che vanta una quota di crediti in sofferenza piuttosto contenuta, liquidità in bilancio e un basso rapporto tra impieghi e raccolta. Le banche cinesi sono inoltre perfettamente in grado di adempiere al loro ruolo di intermediazione finanziaria, incanalando il risparmio domestico verso coloro che contraggono i prestiti.

Nel complesso le prospettive di crescita della Cina per il 2009 sembrano poggiare su solide fondamenta; il mercato azionario è sostenuto nel breve periodo da una forte liquidità, anche se le potenzialità di rialzo potrebbero risultare limitate dalla scarsa visibilità degli utili. Sebbene le revisioni al ribasso siano diminuite, vi sono ridotte possibilità di upgrade in quanto le misure di stimolo richiedono tempo per tradursi in una crescita degli utili aziendali. Questo ci porta a sostenere che il mercato azionario cinese rimarrà all’interno di un trading range. Se si considera la possibilità che il peggioramento dell’economia globale si stabilizzi entro la fine del 2009, la Cina ha le potenzialità per arrivare a una ripresa sostenibile nel 2010, scenario che i mercati azionari dovrebbero scontare verso la fine di quest’anno.

Tra i possibili fattori di rischio all’orizzonte figura la possibilità di un netto deterioramento dell’economia globale, che creerebbe forti pressioni sull’export cinese aggravando il tasso di disoccupazione.
L’instabilità sociale diverrebbe quindi sempre più critica per il governo cinese.

Un altro rischio è rappresentato dagli effetti dell’espansione aggressiva delle politiche fiscali e creditizie che potrebbe causare una bolla dei mercati finanziari, con evidenti ripercussioni negative sulla crescita economica di lungo termine nel caso in cui il governo dovesse decidere di ritirare tali misure nel prossimo periodo.

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