Consumatori pessimisti o investitori troppo ottimisti?

Nonostante il recupero dei mercati azionari e le buone notizie provenienti da risultati delle imprese migliori delle attese, i consumatori si dimostrano ancora pessimisti, mentre gli investitori, al contrario, sono pronti a rimettersi in gioco non appena l’economia smetta di peggiorare.  Tale propensione, secondo Ad Van Tiggelen, senior strategist di ING Investment Management, è stata rafforzata dalle intenzioni delle banche centrali di mantenere bassi i tassi ancora a lungo, come giovedì sembrano intenzionate a confermare sia la Bank of England che la BCE.

Al contrario degli investitori, il comportamento dei consumatori dipende soprattutto dalla salute del mercato immobiliare e dalla disponibilità di lavoro. Chiaramente, visto il calo dei prezzi delle case ed i livelli record nei tassi di disoccupazione europei e statunitensi, la fiducia dei consumatori non poteva che risentirne negativamente. Dal canto loro le aziende, invece, hanno la necessità di ridurre il debito ed i costi, anche attraverso una riduzione della forza lavoro. Tale aggressività nell’attuazione delle misure di taglio dei costi ha condotto a profitti migliori delle attese.

Visti i licenziamenti e la mancanza di una crescita reale delle retribuzioni, le famiglie hanno cominciato a risparmiare e non sembrano cambiare atteggiamento. Il quesito è, quindi: sono gli investitori troppo ottimisti o i consumatori troppo pessimisti? La visione di ING Investment Management  è che ognuna delle due parti si comporta in maniera razionale, in linea con le proprie posizioni.

Ad Van Tiggelen, nel Monthly Column di ING IM, evidenzia come la società creda che il rally azionario possa proseguire ancora per qualche tempo, sospinto dall’ottimismo legato all’aumento dei profitti nel futuro. Inoltre, nei prossimi 6/9 mesi, anche la spesa per i consumi potrebbe accelerare, grazie all’impatto positivo dato dai tagli e dalla ricostituzione delle scorte di magazzino.

“Noi non crediamo che nel 2010/11 assisteremo alla  stessa ripresa a V dei profitti che abbiamo visto nel  2004/2005”, afferma Van Tiggelen. Il recupero del 2004, infatti, era partito da margini più bassi, in un contesto in cui i consumatori avevano accumulato debiti minori. Anche le condizioni sul mercato del lavoro non erano come quelle odierne. In definitiva, ING IM non si aspetta che si ripeta lo stesso scenario di allora: i profitti cresceranno, ma a ritmi più lenti. Al momento, la società preferisce ancora i bond governativi a quelli corporate ad elevato rating come alternativa ai  meno remunerativi conti di risparmio. “Per quanto  riguarda le azioni, abbiamo una leggera preferenza  per i settori difensivi con alti dividend yields (tlc,  farmaceutici, utilities, energia). In un portafoglio  bilanciato, abbiamo ancora una view postiva sui  mercati emergenti e i titoli tecnologici americani come  occasioni di crescita nel lungo termine” conclude il senior strategist.

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