Scoppia la moda dei fondamentali

Per comprendere cosa lo governa non resta che ritornare alle basi logiche e tecniche che compongono la gestione del risparmio. Un parere che diventa coro, se si pone attenzione alle voci ascoltate questo mese da ADVISOR; sperando che vi sia la volontà stessa di porsi nuovamente in gioco e la flessibilità mentale e operativa di lasciarsi trasportare da questo. Perché la posta in gioco è solo per i migliori.

Kathryn Koch, Goldman Sachs AM
Siate diffidenti verso chi si mostra troppo sicuro. E’ questo l’appello di Kathryn Koch, client portfolio manager di Goldman Sachs Asset Management. «Nessuno possiede la sfera di cristallo. In un contesto di mercato di questo tipo non si può adottare con sicurezza un approccio rigido; a causa dell’alta volatilità, la cosa migliore da fare in questo momento è concentrarsi nuovamente sui fondamentali, sfruttando anche logiche di strategia long-short. 
Nella pratica, parlando ad esempio del comparto azionario, le nostre logiche di composizione del portafoglio non si concentrano mai costantemente su un unico settore, ma al tempo stesso cerchiamo di fare emergere dalla nostra analisi quelle che sono, a nostro avviso, le società maggiormente solide. 
A titolo di esempio, ora guardiamo con grande interesse il mercato energetico e le migliori società che ne fanno parte. 
Questo per far capire che qualità di gestione non significa necessariamente essere difensivi». 
Insomma, la crisi non può non aver insegnato a tutti qualcosa: «La parola che a mio avviso bene identifica gli insegnamenti è “prospettiva” – continua Koch – su questo termine vanno concentrati gli sforzi di allocazione strategica. Questa, unita a una elevata velocità di risposta del portafoglio, potrà determinare il successo di un gestore. E’ questa la nostra filosofia».
 
Eric Le Coz, Carmignac Gestion
Sono passati quasi cinque mesi da quando Carmignac Gestion ha inaugurato il nuovo ufficio di rappresentanza in Milano. Nonostante il momento non brillante per il settore del risparmio gestito la società francese ha avuto modo di ribadire, anche in Italia, la fiducia da parte degli investitori. La chiave? La giusta strategia. 
Parola di Eric Le Coz, membro del comitato di investimento di Carmignac Gestion: «E’ chiaro che le vicende legate alla bancarotta di Lehman e l’impatto di questa sul sistema bancario internazionale hanno generato la paura di un collasso finanziario globale; rendersi conto che atteggiamenti “di panico” di questo tipo rappresentano un’esagerazione è un buon punto di partenza e noi stessi eravamo convinti che ci sarebbe stata una ripresa a partire da quel mese. I governi nazionali hanno saputo rispondere prontamente alle esigenze del mercato con diversi pacchetti di stimolo all’economia e ciò ha dato un po’ di linfa ai consumi negli Stati Uniti. Abbiamo quindi deciso di aumentare l’esposizione dei nostri portafogli, dopo averli gestiti in maniera molto difensiva a partire dall’ottobre 2008». Dopo aver allontanato lo spettro dell’emotività, non resta che analizzare le opportunità di maggiore interesse, che secondo il parere di Le Coz non mancano. 
«La crisi ha accelerato il ribilanciamento economico a favore dei paesi emergenti, che rimangono tuttora a elevato potenziale di crescita. Un altro settore interessante è quello delle commodity, dove i guadagni per le società più efficienti sul piano dei costi sono molto importanti. Ultima, ma non per importanza, è la persistente opportunità offerta dai corporate credits spreads. 
Insomma, con la giusta agilità, la corretta prospettiva di lungo termine e un’attenta analisi dello scenario macroeconomico, i mercati attuali possono offrire ancora soddisfazioni».
French Graham, M&G Investments
«Credo che vi siano molte proposte interessanti nel mercato attuale, a partire dai Bric, dato che in un momento come questo i paesi dalle economie più flessibili risultano avvantaggiati. Seguendo questo ragionamento non c’è da stupirsi che un settore come le commodity, altro comparto a cui guardare con attenzione, abbia tra i suoi principali motori attuali la Cina. Tutti questi ragionamenti però non possono prescindere da quello che deve diventare un must nella strategia: la semplicità ovvero il ritorno ai fondamentali. Ciò però non deve spingere a limitare il nostro raggio d’azione a prodotti standardizzati o poco remunerativi perché ciò non farebbe altro che andare contro gli interessi dei risparmiatori, anche se attualmente sembra che la paura abbia la meglio». 
A parlare è Graham French, fund manager del fondo M&G Global Basics e uno dei gestori storici di M&G Investments. Se “i comandamenti” del buon senso saranno rispettati i successi sono garantiti come conferma il caso della stessa società. 
«Nell’anno della crisi siamo comunque riusciti a ottenere ottimi livelli di rendimento, il tutto grazie alla nostra grande tradizione e alla focalizzazione sulle esigenze degli investitori – continua French – La cosa più saggia, ai fini di ciò, è di non perdere di vista il lungo termine; numeri e matematica aiutano il gestori, ma non bisogna mai dimenticarsi che il nostro lavoro dipende anche da altri fattori, come ad esempio l’etica di gestione». 

 


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