Risparmio gestito – La dolcezza della S

Qualche mese fa si evocava la magia della I, punto di svolta in cui la tangente che attraversa il ciclo economico passa da una curva concava a una curva convessa. L’andamento degli affari non ha recuperato lo slancio perduto, ma una minor flessione è sufficiente per immettere negli investitori una buona dose di ottimismo. Oggi è sul punto S che i mercati finanziari “surfano” con allegria. Ci troviamo qui, sul “soft spot”, quell’equilibrio perfetto tra potenza e precisione, che si ritrova in tante discipline sportive come il baseball, il tennis o il golf.

Se colpite la palla un po’ più a destra o un po’ più a sinistra rispetto a questo punto ne vedrete deviare la traiettoria e perdere in questo modo di potenza. Coltivare la speranza di una ripresa senza inflazione: quando si arriva a questo punto, in economia tutta la dolcezza della S si lascia apprezzare. I tassi d’interesse sono sufficientemente bassi per stimolare l’una senza risvegliare l’altra. Se si ricorre a una politica monetaria troppo potente per un rilancio che è già ben in corso si corre il rischio di perdere in precisione non inflazionistica. I ministri del G20, riunitisi a Londra recentemente, hanno fatto di tutto per rassicurare i mercati su questi due punti: da una parte, le condizioni monetarie resteranno favorevoli fino a quando il ritorno della crescita sarà assicurato.

La notizia è stata così ricevuta in toto dai mercati borsistici. Dall’altra parte, il G20 ha tenuto a tranquillizzare i mercati obbligazionari, parlando delle future strategie di uscita delle banche centrali, che prevedono di travasare le enormi liquidità iniettate finora. Ed eccoci dunque nel migliore dei mondi. Gli indici di borsa hanno già registrato un buon rialzo dallo scorso marzo, ma sembrava normale scontare un potenziale di rialzo ancora intatto con questo via libera delle autorità, tanto del G20 quanto delle banche centrali. Ma allora, perché l’oro ha preso il volo di recente? Ci sarà un’ombra in questo quadro idilliaco? Il rialzo del metallo giallo non sarebbe che un riflesso meccanico del ribasso del biglietto verde, si dice. Senza dubbio.

Potrebbe anche essere che questo interessamento nei confronti dell’oro anticipi già le turbolenze che conosceranno i mercati finanziari il giorno in cui la mancanza di liquidità si imporrà da sola per evitare una esplosione del debito pubblico, senza alcuna assicurazione che i giovani germogli della crescita che nascono qua e la si rivelino essere qualcosa di diverso dalle erbacce.

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