Brunetta, meno pensioni e più soldi ai giovani

E chi avrebbe mai pensato ad un Brunetta amico dei giovani?
Il ministro della Funziona Pubblica, dopo la polemica dei “bamboccioni”, insiste a voler spingere fuori dalle mura domestiche i diciottenni, e per farlo propone di dargli 500 euro al mese tagliando le pensioni d’anzianità.

“La verità è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti”, ha detto il ministro, “Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese”. afferma.
“Solo che una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati”, ha ammesso Renato Brunetta, “che sono quelli che difendono i genitori. Meno ai genitori e più ai figli”, arringa.

Il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero risponde defininendo la proposta “delinquenziale”, perché “punta semplicemente e consapevolmente a scatenare una guerra tra i poveri dentro un folle conflitto tra generazioni”.
Secondo il leader di Rifondazione bisognerebbe tassare “i grandi patrimoni, le rendite e i redditi più alti” per finanziare un “salario sociale”.

L’idea di Brunetta insomma non riscuote molto successo, nemmeno tra i contribuenti italiani: il quotidiano Repubblica, infatti, ha lanciato un sondaggio online sull’argomento. Sugli 835 votanti che si erano espressi nell’arco della giornata l’82% era contrario.

Le proposte del ministro suscitano però molte polemiche, anche se a lui va il merito di sollevare, con irruenza, questioni che fino ad ora altri non hanno osato affrontare; il problema delle sue iniziative sta nelle modalità proposte, che rischiano di scatenare un malcontento sociale e distribuire dei soldi a fondo perduto ad una generazione che uscita dall’ovile, non può mantenersi con cinquecento euro al mese, senza un lavoro. Prima c’è bisogno di rimettere in moto il comparto lavorativo e consentire ai giovani di trovare un’occupazione e costruirsi un futuro perché, senza prospettive, qualche soldo in più serve a poco.

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