Vi accontentate dell’un percento? Fate rotta sui titoli di stato

La situazione debitoria di Grecia, Irlanda, Portogallo e, soprattutto, Spagna sta allarmando gli investitori. Lo scenario in area euro, com’era prevedibile lo scorso anno quando i governi dei Paesi aderenti sono dovuti intervenire per salvare diverse società private, ma d’interesse strategico, è alquanto problematico. Anche la Francia nel 2009 ha triplicato il proprio debito pubblico rispetto all’anno precedente e la previsione per il 2010 è che superi i 190 miliardi di euro, con un’incidenza significativa di minori entrate fiscali.

Non sta benissimo la Germania e, andando oltre Manica, è tutta da verificare la situazione britannica. Insomma, non ci sono elementi per dormire sonni tranquilli. Ne siamo proprio sicuri? A livello economico sì, a livello finanziario no. Posto che l’Europa unita è oggi più che mai un’utopia (i parametri di Maastricht sono divenuti un irraggiungibile riferimento per tutti) e salvo un’improbabile modifica strutturale del trattato dell’Unione, non vi sono possibilità di way-out. Tanto per capirci, la Grecia non può essere sbattuta fuori dall’Europa e ogni Paese per pagare i debiti pregressi non potrà far altro che continuare ad indebitarsi. Ora, fatte le debite distinzioni, si può fare un parallelo tra lo scenario attuale e quello che l’Italia ha vissuto per alcuni decenni prima dell’euro.

Chi c’era ricorderà a metà degli anni ottanta tassi d’interesse dei Titoli di Stato intorno al 20%, a fronte di un’inflazione alle stelle. Oggi il costo della vita sfiora lo zero, come sappiamo. Ci sono opportunità di guadagno a basso rischio (se non nullo) proprio sui titoli dei Paesi di area euro in difficoltà. Gli spread dei titoli greci viaggiano intorno al 3,5% sul bund, il che significa portarsi a casa qualcosa di più del 9% sulle scadenze lunghe.
A cascata questa situazione investirà altre Nazioni tra quelle citate. Osservando i dati dei fondi e degli Etf obbligazionari di area euro su scadenze superioriall’anno, presenti nelle categorie Bluerating, certi effetti si stanno già notando. Il rendimento a un mese di quattordici fondi è stato superiore all’1%.

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