Allarme Pigs, il rischio default si cura con le emissioni-joint

di Paolo Brambilla

 
L’autorevole quotidiano austriaco Wiener Zeitung ha riportato l’interessante opinione di Ewald Nowotny, membro del Governing Council della Banca Centrale Europea, a proposito delle future emissioni di bond da parte dei governi dell’Eurozona. 
Semplificando un po’ il concetto che sta alla base del ragionamento, si è recentemente ipotizzato che i governi possano affiancarsi l’uno all’altro per emettere bond maggiormente garantiti dal partner più forte, ad esempio Germania per la Grecia, o Francia per il Portogallo, e così via, e permettere in tal modo, non solo alle nazioni più deboli di non scomparire dal mercato, ma anche ai risparmiatori di ottenere garanzie maggiori e condizioni migliori. 
La quadratura del cerchio, insomma. Non del tutto d’accordo però si dichiara Ewald Nowotny: infatti considerare l’emissione di questi nuovi bond alla stregua di operazioni eccezionali per momenti di crisi non significa altro che spostare sulle spalle delle nazioni che meglio si sono comportate il peso e il costo degli errori o delle leggerezze delle nazioni meno virtuose. Il che parrebbe non realistico, né giusto. 
Ma siamo pratici: anche nazioni di grande impatto come la Cina stanno guardando con interesse a questi nuovi “joint bonds” europei: se infatti apparissero sul mercato potrebbero costituire una valida alternativa ai Treasuries americani, per differenziare i portafogli governativi, poiché poggerebbero non su singole nazioni europee, ma su due o più di esse. Oltre a quadrare il cerchio, si riuscirebbe così anche ad allargarlo. Magico. In attesa di questi grandi cambiamenti possibili, ma complicati, vediamo che cosa offre questa settimana il mercato dei bond “tradizionali”. 
Fra le emissioni in euro spicca quella di Man Group, che per la scadenza 2015 offre il 6,02%. Si tratta di uno dei più importanti gruppi finanziari londinesi, specializzato in hedge funds e servizi d’investimento per istituzioni e privati dal reddito elevato. 
Può vantare un rating Baa1 che non lo colloca forse nelle aree più sicure della finanza, ma che comunque gli permette di essere preso in considerazione. Taglio minimo: 50.000 euro. Fra le altre emissioni in euro preferiamo tralasciare il Portogallo che offre sì un buon 4,82% a 10 anni, ma sta passando qualche guaio, per segnalare invece la tripla A di Rabobank che offre 3,03% scadenza 2015. Cambiamo valuta: incredibile l’offerta di International Industrial Bank in dollari americani: 11,30% a soli 3 anni. Sarà il caso di fidarsi del rating B1, BB- assegnato dalle principali agenzie? 
La banca, proprietà del giovane miliardario russo Pugachyov, intimo amico di Putin e grande sponsor della Chiesa Ortodossa Russa, pareva fino a poco tempo fa immune da qualsiasi minaccia: perché allora il brillante Sergey deve offrire tanto per ottenere un prestito? Forse sono vere le voci che lo vedono in disgrazia. Misteri della steppa. Oppure siamo di fronte a un’opportunità da non perdere. 

L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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