Crisi non “emergenti”
È vero che nelle prime settimane del 2010 i paesi emergenti hanno sofferto forti cali delle quotazioni azionarie, ma ciò corrisponde alla valenza di rischio che gli investitori assegnano a questi mercati.
«Tutte le ultime crisi e correzioni non sono attribuibili a problemi legati ai paesi emergenti bensì a tematiche di carattere generale o che riguardano le nazioni sviluppate» spiega il gestore. «Nel caso delle ultime settimane, la correzione è stata determinata in primo luogo dal programma annunciato da Obama per una più severa regolamentazione del settore finanziario statunitense, volta a limitare le attività bancarie in termini di volumi e transazioni dei principali istituti, ed in secondo luogo dalle mosse monetarie restrittive intraprese dalle autorità cinesi, finalizzate a limitare la concessione di crediti ed evitare possibili surriscaldamenti dell’economia locale». Infine sul mercato ha pesato la difficile situazione del debito pubblico di alcune nazioni dell’area Euro.
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