Happier Days o Armageddon?

di Monica Regazzi

Il mercato dell’asset management ha evidenziato nel 2008 una riduzione del 18% a livello mondiale del valore degli asset in gestione (AuM), come emerge da un recente studio di The Boston Consulting Group, Conquering the Crisis: una caduta che arriva dopo cinque anni di crescita con un CAGR del 12%. Le cause di questa riduzione vanno principalmente ricercate negli effetti della recente crisi e nell’andamento altalenante dei mercati azionari.
Se analizziamo i diversi impatti da un punto di vista geografico, notiamo che il Nord America è stato il più colpito dalla crisi, con un valore degli AuM totale crollato del 21% rispetto all’anno precedente. Seguono l’Europa, con un -16%, e la zona dell’Asia – Oceano Pacifico con
-15%. L’Italia è stata colpita duramente, con una riduzione del totale degli AuM del 23% sul 2007.
Lo studio identifica alcune possibili cause: la fiducia dei clienti nei confronti del risparmio gestito è stata messa a dura prova a causa dei dubbi crescenti nelle competenze dei gestori, della scarsa trasparenza associata ai singoli prodotti, delle promesse disattese di mancata correlazione con il mercato di determinati investimenti e di alcuni casi di frode, episodi isolati che, però, hanno seminato il panico tra gli investitori. In termini di prodotti nel 2008, il trend dominante è stato lo spostamento generale da classi di investimento percepite come rischiose, illiquide o non trasparenti verso quelle ritenute più sicure.
A beneficiare di questo passaggio sono stati gli asset legati al mercato monetario, il cui valore globale è aumentato del 3% nel 2008 e i depositi di risparmio, passati in Europa e negli Stati Uniti complessivamente dai 17,9 mila miliardi di dollari del 2007 ai 20,6 mila miliardi dell’anno successivo.
L’aumento maggiore si è avuto nel comparto dei prodotti a reddito fisso, cresciuti del 6%. Le allocazioni nell’azionario sono diminuite del 9%, trainate in basso dalla fuga dai prodotti tradizionali della gestione attiva, in particolare quelli long-only, verso quelli gestiti passivamente, come gli Etf. Questi ultimi sono stati la scelta privilegiata da chi ha deciso di continuare a investire in asset più rischiose, optando però per costi di gestione inferiori e un grado maggiore di liquidità e trasparenza.

Anche gli hedge fund non sono usciti indenni dagli scorsi tumulti finanziari: il valore degli asset gestiti è passato da un picco di 1,9 mila miliardi di dollari nel giugno 2008 agli 1,4 mila miliardi di fine 2008; un destino condiviso dai fondi di fondi hedge, i fondi che investono in hedge fund. In generale, il business retail ha subito un ribasso più forte rispetto al business istituzionale, meno profittevole ma più stabile.

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