Risparmio gestito – Pictet, ripartire dall’Europa

Gli elementi chiave della nostra asset allocation restano la buona diversificazione geografica, l’assenza di titoli
finanziari e il debito dei Paesi emergenti. Il peso azionario è a benchmark, mentre si attenuano le ragioni del
sottopeso tattico europeo. L’analisi precedente consente di allungare la duration, riportandola a benchmark.
Strategicamente restiamo fedeli alla diversificazione sui titoli di Stato europei, al cui interno si stemperano
molte delle oscillazioni degli spread core-periferici; tatticamente siamo favorevoli ai periferici e BTP.

Confermiamo la quota neutrale di titoli indicizzati all’inflazione (20% del reddito fisso) che si sono comportati
bene in questa fase (vedi oltre) e di Corporate Investment Grade; rimane il sovrappeso sul Debito (o
monetario) dei Paesi Emergenti in valuta locale subito rimbalzato dalla flessione di settimana scorsa.

Il tenore dei dati macroeconomici è promettente: stanno migliorando sia negli USA che in Europa, rimangono
univocamente eccellenti nell’area asiatica. Il mercato del lavoro americano è tornato su un sentiero di importante
creazione occupazionale. Nel mese di aprile sono stati creati 290,000 nuovi posti di lavoro, dei quali 231,000 nel
settore privato. Ci sono state anche delle importanti revisioni positive ai dati dei mesi precedenti. Il tasso di
disoccupazione è invece tornato a salire, principalmente a causa dell’aumento della forza lavoro, salita di circa
800,000 unità rispetto al mese precedente, con l’aumento del tasso di partecipazione dal 64,9% al 65,2%, a
testimonianza del fatto che alcuni lavoratori scoraggiati sono tornati sul mercato in cerca di occupazione. Anche i
principali indicatori anticipatori in USA ed in Europa hanno dato ottimi segnali. Negli USA, l’indice ISM
manifatturiero è salito a quota 60.4, massimo dal 2004. L’indice IFO tedesco, attestatosi ad aprile a quota 101,6, si
è a sua volta riportato sopra quota 100 dopo due anni; l’indice PMI europeo (57,6) è ai massimi dal 2006.

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