Risparmio gestito – Commodities a prova di volatilità

L’oro è stato scambiato a 1.233,50$ per oncia/troy giovedì mattina, solo 26$ in meno rispetto al record massimo e lo 0,90% in più rispetto alla scorsa settimana, dopo che la serie di notizie negative da parte dell’eurozona e della Cina ha incoraggiato gli investitori a diversificare gli investimenti verso il metallo prezioso.

La decisione di Fitch, presa venerdì, di declassare la Spagna di un notch a AA+ e la dichiarazione della BCE riguardo al settore bancario europeo, che sta affrontando 195 miliardi di euro in svalutazioni entro il 2011, hanno prodotto un’altra ondata di avversione al rischio, fatto fallire la breve ripresa di Wall Street settimana scorsa e indotto gli investitori a rivolgersi all’oro come bene rifugio così come ai buoni del tesoro americani. Hanno supportato l’oro anche l’instabilità politica in Giappone, che aumenta le tensioni geopolitiche nelle penisola coreana e in alcuni paesi del Medio Oriente, e i dati mostranti un rallentamento più grande del previsto nell’attività manifatturiera cinese a maggio.

Non sorprende quindi che la domanda materiale sul metallo prezioso sia rimasta robusta in questo momento di avversione al rischio, con l’aumento record a 1.268,3 tonnellate giovedì nei possedimenti dell’SPDR Gold Trust di New York, il fondo di scambio più grande al mondo sostenuto in lingotti. Per quanto riguarda l’offerta, invece, un report rilasciato a inizio settimana dalla Chamber of Mines of South Africa (Camera delle Miniere del Sud Africa) ha dichiarato che la produzione dell’oro nel paese è scesa del 12,4% nel primo trimestre rispetto all’anno precedente e del 15% rispetto all’ultimo trimestre. Il Sud Africa è il quarto produttore più grande di oro dopo Cina, Australia e Stati Uniti. E’ ragionevole quindi che il prezzo dell’oro possa essere supportato anche da un potenziale sbilancio tra domanda e offerta.

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