Fondi Comuni – Vini più forti dei timori di recessione

Le incertezze dei mercati finanziari, basati sui timori che la congiuntura america sia destinata ad una seconda fase recessiva, accompagnati alla consapevolezza che l’economia cinese sia destinata ad una fase di stabilizzazione, non sembrano raffreddare le quotazioni dei vini d’annata nel portafoglio del Noble Crus, che ha chiuso il mese di luglio con un progresso dello 0,45%, raggiungendo dall’inizio del 2010 un guadagno del 6,97%, senza mai aver registrato un mese di ribasso.

Il comparto, lanciato nel gennaio 2008, dalla Sicav Lussemburghese [s]Elite’s Exclusive Collection[/s], promossa da [s]Elite Advisers[/s], guidata da [p]Michel Tamisier[/p], ha raggiunto lo scorso luglio i 23 milioni di massa gestita, in rialzo rispetto ai 14 milioni del 2008, e proprio in Italia vi sono ancora grandi opportunità di crescita, grazie alla buona cultura enologica ed una ancora limitata presenza di investitori nel fondo. I sottoscrittori si dividono infatti tra Lussemburgo (44%), Francia (28%), Belgio (13%), Italia (7%), Svizzera (1%) ed altri mercati (7%).
Il canale retail ha contribuito alla raccolta in maniera superiore rispetto a quello istituzionale, grazie ai promotori finanziari (59%), che sono seguiti da società di asset management (23%), compagnie assicurative (5%), banche (4%) ed altri canali (9%).

Analizzando la cantina del Noble Crus, si osserva un predominio di vini francesi, con una residua rappresentanza italiana; più in dettaglio il 58% delle bottiglie proviene della Borgogna, il 39,3% da Bordeaux, l’1,1% dal Piemonte, l’1% dalla Toscana, ed uno 0,6% da altre regioni.
I vini rossi raggiungono il 91%, mentre i bianchi si fermano al 9%.

La scheda mensile preparata dal gestore [p]Christian Roger[/p], evidenzia l’andamento contrastato di Luglio, il mese dei primeur; “le tranche successive alla prima, hanno stabilizzato i prezzi su livelli minimi che vanno, nel caso dei premier cru, da 700/800 euro, fino a 1.300/1.500 euro, per il Lafite-Rothscild e l’Ausone, per i quali risulta ancora lontana la quotazione del Petrus, a oltre 2.500 euro. Dopo un esordio un pò incerto, Château Latour ha messo a segno un notevole recupero e il suo prezzo ha ampiamente superato i 1.000 euro”. Oltre ai premier cru quest’anno occorrerà seguire da vicino anche altri vini collegati, “come ad esempio Carruades de Lafite-Rothscild, Duhart-Milon, Armailhac, Pavillon Rouge”.

Tuttavia la situazione resterà calma fino a settembre, mese in cui dovrebbe uscire una nuova tranche che occorrerà seguire con attenzione. “E’ possibile che a settembre, come ogni anno, alcune opzioni d’acquisto, effettuate in giugno o luglio da alcuni operatori, non vengano mantenute e siano riproposte sul mercato al prezzo iniziale, una situazione che per il fondo rappresenta una buona opportunità”.

Per quanto riguarda gli acquisti del Nobles Crus, “siamo riusciti a mettere le mani su circa un migliaio di bottiglie di premier cru, in prevalenza château Lafite-Rothscild”.
Tra le bottiglie d’antologia, il portafoglio del comparto si è arricchito di “Petrus del 1961, Romanèe-Conti del 1999, Lafite-Rothscild del 1982 in doppio magnum”. 

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