Il futuro? È emergente Il presente? Incerto

Prima i timori di una crisi del debito sovrano nell’Eurozona, poi i dati macro-economici contrastanti degli USA. L’incertezza regna sovrana. L’antidoto? Un atteggiamento cauto ma pronto ai cambiamenti. Perché il futuro, a sentire i gestori, ha un volto preciso: quello dei mercati emergenti. Ne parliamo con Guido Rescia, gestore di Sopaf Capital Management; Patrick Moonen, senior strategist di ING IM; Kathryn Koch, client portfolio manager di Goldman Sachs Asset Management.

Growth o value: in uno scenario di forte incertezza quale strategia è preferibile e perché?
G.R. Non consideriamo determinante la distinzione tra value e growth poiché riteniamo che non aggiunga elementi significativi all’individuazione dei migliori settori o dei migliori titoli.
P.M. Preferiamo i fondi growth rispetto ai value. Mano a mano che l’economia si stabilizza e gli utili rallentano, le azioni “growth” iniziano a sovraperformare il mercato. I value, invece, performano meglio agli inizi della ripresa del ciclo ma questa fase è superata. Accanto alle strategie “growth”, siamo positivi sugli “high dividend” a fronte di tassi di interesse bassi su cash e bonds.
K.K. Costruiamo portafogli bilanciati attraverso un metodo proprietario e bottom-up di selezione dei titoli che noi consideriamo la nostra primaria competenza. Individuiamo titoli che riteniamo si possano apprezzare nel lungo termine, che possano beneficiare della crescita del loro settore, e la cui prospettiva di business sia attrattiva rispetto al prezzo. Creiamo quindi portafogli che beneficiano di entrambi i trend e che cercano di sovraperformare in tutti i contesti di mercato.

Stock picking o analisi settoriale: quale strategia privilegiare nella creazione di portafoglio?
K.K. Cerchiamo di mantenerci flessibili, snelli, contrarian, evitando l’autocompiacimento. Utilizzare una solida disciplina di valutazione per acquistare titoli di società ben posizionate, con elevati flussi di cassa e gestite da management attenti agli azionisti è la miglior soluzione per performance durature. Continuiamo a credere che la naturale inefficienza del mercato azionario nei paesi emergenti crei uno spazio fertile per generare alfa.
P.M. Stock picking e analisi settoriale sono due distinte fonti di alfa. Utilizziamo entrambi i metodi per generare ritorni stabili. Da inizio anno la differenza, in termini di ritorno, tra il settore migliore (industrials) e il peggiore (health care) è del 15% e questo dimostra quanto sia importante investire nel settore giusto.
G.R. Partiamo sempre dall’analisi settoriale per poi individuare i titoli. L’idea di fondo è che le variabili economiche e i grandi temi di investimento possano essere colti meglio attraverso movimenti tematici/settoriali. Solo successivamente effettuiamo lo stock picking. Nel periodo marzo-aprile del 2009, i peggiori titoli bancari europei hanno avuto rendimenti in linea o superiori ai migliori titoli del settore tlc (il peggiore in quel periodo).

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