Pir, volano per l’Aim Italia

LA STIMA – Un miliardo e mezzo nei prossimi cinque anni: è questa la stima dell’impatto che i Pir, i piani individuali di risparmio concepiti per investire nelle piccole e medie imprese, genereranno sul mercato Aim Italia. Lo rivela lo studio “Pir: stima dell’impatto su Aim Italia”, realizzato da IR Top, partner equity markets di Borsa Italiana e presentato durante l’AIM Investor Day organizzato in Borsa Italiana. Le regole relative alla composizione del portafoglio prevedono che almeno il 21% del valore complessivo degli investimenti del Pir sia investito in strumenti finanziari emessi da società italiane ed estere (UE e SEE) con stabile organizzazione in Italia diverse da quelle rilevanti ai fini del Ftse MIB o di altri indici equivalenti. Al 31 marzo 2017 l’universo investibile dei PIR in Italia, relativamente al 21% del valore complessivo dell’investimento, è formato da 274 titoli che rappresentano una capitalizzazione complessiva di  123 miliardi di euro. In particolare, spiega lo studio, è possibile investire in 62 Mid cap per una capitalizzazione complessiva di 102 miliardi, e 212 Small cap per una capitalizzazione di 21 miliardi di euroIn relazione alle Small Cap, il mercato AIM Italia è costituito da 79 società, che rappresentano il 37% dell’universo Small Cap investibile (17% in termini di capitalizzazione).  Il governo stima un afflusso di risorse finanziarie provenienti dai Pir pari a 18 miliardi di euro in 5 anni. Nell’attuale scenario di tassi bassi, è possibile ipotizzare che 2/3 delle risorse confluiscano nell’azionario, per un ammontare complessivo pari a 12 miliardi di euro in 5 anniIpotizzando uno scenario conservativo nel quale il 30% delle risorse dell’azionario venga investito su titoli non appartenenti all’indice Ftse Mib, si stima un apporto di capitali sulle società Mid/small Cap pari a 3,60 miliardi di euro in 5 anni. Considerando cinque diverse variabili, e attribuendo un peso diverso a ciascuna di loro, IR Top attribuisce una maggiore rilevanza al numero delle Ipo sull’Aim: per cui si perviene a un valore stimato pari a 1,25 miliardi di euro nei prossimi 5 anni

 IMPATTO MINIMO – La nostra stima di 1,25 miliardi di euro in 5 anni provenienti dai PIR sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana rappresenta soprattutto un impatto minimo auspicabile” spiega Anna Lambiase, fondatore e amministratore delegato di IR Top – “Il peso attribuito alle variabili dinamiche nella nostra valutazione si basa sull’ipotesi di un incremento del numero di Ipo ma anche dell’operatività sul secondario con nuovi ricorsi al mercato da parte delle società quotate, in particolare attraverso aumenti di capitale senza diritto di opzione finalizzati a consentire l’ingresso di nuovi investitori e l’aumento del flottante, con effetti positivi sulla liquidità del titolo. Con l’introduzione dei Pir e delle agevolazioni fiscali per le Pmi innovative, è arrivato il momento per i risparmiatori italiani di accrescere la cultura dell’investimento in Pmi a lungo termine e per le aziende italiane di guardare alla quotazione come via prioritaria per lo sviluppo d’impresa: gli investitori ricercano aziende con una storia di solida e forte crescita, piani industriali credibili, leadership nel mercato, buona governance ed elevata trasparenza. AIM Italia è un mercato che coniuga alte componenti di rischio e probabilità di performance elevate su singoli titoli, con significativi vantaggi sulla detassazione delle plusvalenze; per queste ragioni è adatto prevalentemente agli investitori istituzionali e professionali e richiede una approfondita conoscenza delle caratteristiche del mercato e delle singole Equity Story nonché della loro evoluzione. Ecco perché in IR Top abbiamo creato un centro di supporto di alta professionalità per favorire i processi di quotazione delle Pmi innovative e aiutare gli Investitori che vogliono approcciare i Pir verso scelte consapevoli di investimento sulle Small Cap AIM e questo nostro costante lavoro quotidiano vuole fungere da stimolo alla crescita della cultura finanziaria e industriale del Paese, fatto non solo di grandi brand ma anche di eccellenti PMI che meritano capitale per finanziare la propria innovazione”.

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