Outlook 2011 – Ancora cautela

Nei mesi di luglio e agosto, Wall Street è stata costantemente delusa dai deboli dati macroeconomici dell’economia Usa. Sebbene la crisi del mercato azionario abbia registrato un’inversione di tendenza nel mese di settembre, i prezzi non sono riusciti a riguadagnare i livelli raggiunti ad aprile e maggio. A livello globale, la debolezza è stata più pronunciata nei mercati azionari dei paesi sviluppati rispetto ai mercati emergenti che hanno beneficiato di una ripresa positiva dal mese di maggio in poi. 

Negli USA i dati che si sono rivelati più bassi rispetto alle previsioni e che sono stati registrati per importanti capitoli dell’economia (quali il mercato immobiliare, l’occupazione, gli ordini di beni durevoli e la produzione manifatturiera), insieme a una revisione al ribasso nel Q2 del PIL reale dal 2,6% all’1,7% annualizzato, sono stati in sorprendente contrasto con gli utili relativamente forti, registrati dalle società quotate a New York. Nei giorni in cui sono stati comunicati i dati economici, evidenziando una certa debolezza rispetto alle previsioni, i mercati azionari hanno mostrato una tipica tendenza alla svendita, mentre nei giorni in cui non venivano resi noti tali report, o quando venivano comunicati solidi risultati societari, i titoli azionari erano più propensi ad evidenziare significativi guadagni. 

Fattore ancora più importante sono state le previsioni degli analisti per il prossimo anno che restano fino ad oggi positive, con una stima di consenso per l’utile per azione S&P 500 recentemente in rialzo a USD 83 per il 2010, che si traduce nel maggiore guadagno annuale degli utili societari dal 1988. Le previsioni degli analisti per il 2011 evidenziano incrementi più modesti fino a USD 95. Al contrario, gli economisti hanno iniziato a rivedere al ribasso le proprie aspettative per la crescita del PIL reale USA nel 2010 e nel 2011. I dati, che provengono da un ampio gruppo di economisti, mostrano un graduale aumento delle previsioni relative alla crescita del PIL nella prima metà dell’anno 2010, che tocca il 3,3% a maggio, ma che, secondo le più recenti revisioni al ribasso, arriverà al 2,7%. Anche le previsioni per il 2011 sono state fortemente riviste al ribasso, dal 3,1% al 2,4%. Se queste previsioni si rivelassero corrette, vorrà dire quasi certamente che gli utili societari per la seconda metà del 2010 e 2011 mancheranno l’obiettivo delle attuali previsioni bottom-up. La domanda di fondo è chi avrà ragione – gli economisti top-down o gli analisti bottom-up?

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