Risparmio gestito – Credere nell’Italia

Da quando nel 2005 la copertina dell’ Economist indicò l’Italia come il “malato d’Europa”,
e’ difficile trovare simpatizzanti del nostro Paese tra i commentatori internazionali. I dati
di crescita degli ultimi dieci anni inoltre rafforzano lo scetticismo, giacché l’Italia è
cresciuta meno di altri Paesi della regione mentre il debito pubblico è estremamente
elevato in rapporto al PIL. Guardando con maggiore attenzione all’economia Italiana
tuttavia si ritrovano altresì degli importanti elementi positivi, quali una forte vocazione
all’export (30% del PIL), un mercato immobiliare che non ha visto bolle ed un buono
stato di salute delle famiglie, fra le meno indebitate al mondo (sotto al 40% del PIL).

Questo scenario economico fa si che si possano oggi trovare in Italia importanti
opportunità d’investimento a valutazioni vicine ai minimi storici (0.95x il rapporto Prezzo /
Patrimonio Netto per l’indice FTSE Allshare e circa 9.5 il rapporto Prezzo/Utili 2011) e a
forte sconto rispetto all’Europa (40% di sconto e circa l’8% rispettivamente). Questo
significa che il “premio al rischio” del mercato Italiano è oggi ai massimi storici.
L’alto livello delle esportazioni in particolare offre interessanti opportunità.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare in relazione ai brand del Made in Italy,
l’Italia non esporta solo beni di consumo, ma oltre il 50% dell’export è legato a beni di
investimento, quali i macchinari industriali.
In particolare l’Asia, che oggi pesa per il 19%
dei nostri Export, rappresenta uno sbocco in crescita, sia grazie al processo di
industrializzazione in corso, sia per il rapido aumento delle classi medie già oggi
fortemente attratte dai celebri marchi dei beni di consumo di lusso italiani. Da un punto
di vista ciclico, inoltre, la Germania è il nostro primo partner commerciale (13% dei nostri
export) e la vivacità dell’economia tedesca impatta positivamente anche le nostre
esportazioni.

A fine 2009, quasi il 50% del fatturato delle prime 40 società per capitalizzazione era
generato fuori dall’Italia. A titolo di esempio ENEL genera solamente il 50% dei propri
margini operativi lordi dall’Italia.
Sul mercato sono quotate aziende di successo della
nostra imprenditoria che si son create posizioni di leadership globali nei propri mercati di
riferimento; fra esse Piaggio, che già oggi genera circa oltre il 35% del fatturato in Asia e
mira a superare in pochi anni il 50%. Queste società beneficiano della crescita dei Paesi
emergenti, ma sono valutate a prezzi marcatamente inferiori grazie al fatto di essere
percepite dagli investitori internazionali come aziende Italiane.

Il consensus di mercato è generalmente orientato verso il brevissimo termine e fatica a
distinguere fra i Paesi e le società. Dall’inizio dell’anno il Fondo FF Italy Fund ha
generato una performance positiva e superiore di oltre il 6% al FTSE Italy All Share che
invece continua a registrare rendimenti negativi. Ciò che mi ha consentito di ottenere
questi risultati è stata la capacità di focalizzarmi sull’analisi delle singole società e sulla
valutazione delle loro prospettive nei due anni successivi. Così facendo ho potuto
beneficiare delle numerose opportunità di cui è ricco il mercato azionario italiano per chi
sa prendere posizioni contrarie al consensus generale degli investitori.

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