Verso nuove frontiere

Le strutture master-feeder costituiscono una nuova aggiunta al quadro normativo Ucits e possono apportare la flessibilità finora mancante nelle fusioni di fondi, permettendo ai gestori di commercializzare i fondi tenendo conto delle diverse realtà di ciascuno Stato membro, evitando i problemi di natura fiscale presenti nelle corporate actions, come spiega il recente report di State Street.
Sebbene le riduzioni dei costi previste non saranno consistenti come quelle potenzialmente realizzabili dalle fusioni, «per il verificarsi di una certa duplicazione dei costi tra la struttura master e quella feeder, che conferisce il fondo, la loro entità sarà in ogni caso sostanziale, dato che la maggior parte degli asset conferiti si riflettono nel fondo master». Questa formula potrebbe diventare più attraente delle fusioni per quei manager Ucits che mirino, grazie alle facoltà concesse dalla direttiva Ucits IV, a generare benefici nella commercializzazione e nei costi. La flessibilità fornita dalle strutture master-feeder potrebbe avere un’importanza cruciale, soprattutto per le attività di marketing. Nel Regno Unito, per esempio, nei cosiddetti supermercati di fondi, che eseguono una buona parte delle vendite del settore, gli investitori britannici, ancora ad oggi, tendono a preferire i fondi autorizzati nel proprio paese piuttosto che quelli di diritto estero. «Con la direttiva Ucits IV, un fondo master lussemburghese avrebbe la flessibilità di commercializzare i propri fondi nel Regno Unito, attraverso un fondo feeder domiciliato in questo paese». C’è una varietà di modi con i quali le Ucits potrebbero nella pratica sfruttare le strutture master-feeder, che possono essere utilizzate anche per i fondi multicomparto o sub-fund. «Il più ovvio è la possibilità di stabilire una sede principale dalla quale gestire, tramite un unico fondo master, tutti i fondi feeder domiciliati in altri paesi dell’Unione Europea». Viceversa, sarebbe anche possibile, per una società del Regno Unito che avesse una gamma domiciliata in questo paese, mantenerla stabilendo parallelamente un’offerta di diritto lussemburghese o irlandese da distribuire nel resto dell’Europa, in Asia e nell’America Latina. È importante, al momento di decidere la domiciliazione della struttura master-feeder, prendere in considerazione i fattori fiscali e normativi. «Il gestore Ucits dovrebbe considerare i trattati che regolano le tasse alla fonte, nonché l’Iva e le altre norme riguardanti le imposte sul reddito». Inoltre, è necessario coordinare la tempistica del calcolo dei prezzi, per evitare di lasciare spazio all’arbitraggio, che in certi mercati potrebbe porre dei problemi. «Nel Regno Unito, per esempio i supermercati di fondi esigono che le quotazioni siano disponibili entro mezzogiorno, mentre in Lussemburgo il calcolo della quota avviene solitamente a chiusura di giornata».
Ci sono altri importanti dettagli da prendere in considerazione in relazione alle strutture master-feeder. «In certi paesi, per esempio, i coefficienti massimi di spesa sono regolati da norme specifiche, per questo stabilire in questi paesi la struttura master richiederebbe nuovi accordi tra il fondo master e quelli conferiti, i feeder, nonché degli accordi per la condivisione delle informazioni tra depositanti e auditor». In termini di «struttura del service provider, resta necessario avere un fondo depositario nella stessa sede in cui si stabilisce il fondo master e in tutte quelle in cui ci sono fondi feeder». Avere «una società di investment servicing che agisce da depositario e amministratore del fondo, in ciascuna delle sedi, può migliorare l’efficienza e ridurre il rischio». Allo stesso modo «conferire a un unico auditor il mandato per tutti i fondi può avere il medesimo effetto». Di tutte le misure contenute nella direttiva Ucits IV, la struttura master-feeder è probabilmente quella che «permetterà maggiormente ai gestori di snellire la propria attività, di realizzare economie di scala nelle varie gamme di fondi cloni inter-paese, per esempio, laddove i gestori domiciliano e commercializzano già altri fondi molto simili verso altri paesi Ue, sia onshore che offshore». Il dato importante è che queste misure darebbero ai manager Ucits la necessaria flessibilità per adempiere ai requisiti dei mercati locali in materia fiscale, normativa e commerciale. Creando semplicemente un fondo feeder nel paese obiettivo della commercializzazione si potrebbero facilmente aprire nuovi mercati.

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