Risparmio gestito – L’inflazione fa bene

Una crescita più robusta

Nel mese di gennaio il FMI ha rivisto dal 4,2% al 4,4% le previsioni sulla produzione globale nel 2011. Lo stesso hanno fatto molte banche di investimento sulla scorta della crescita migliore del previsto in Cina e soprattutto delle migliori prospettive per l’economia americana a seguito della proroga dei tagli fiscali e della seconda fase di allentamento quantitativo. Il fatto che la Germania sia in rapida crescita aiuta, anche se la crescita nell’Area Euro quest’anno resterà sotto il 2%, infatti il consolidamento fiscale dovrebbe iniziare a influire sulla domanda locale (come dimostra la crescita peggiore del previsto nel Regno Unito secondo i dati pubblicati questo mese). I mercati emergenti continueranno a crescere molto più dei paesi sviluppati e recentemente la BERS ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’Europa dell’est.

La crescita quest’anno appare più solida dell’anno scorso dato che la politica di incentivi si è già esaurita o si sta esaurendo. Inoltre l’effetto base non è più basso dopo che la crescita globale per il 2010 ha sorpreso gli economisti e gli analisti salendo per 1,5 anni.

Aumento dell’inflazione

Ultimamente l’inflazione è in forte rialzo per la crescita economica più forte del previsto e soprattutto per il rapido aumento dei prezzi delle materie prime in generale e dei prezzi degli alimentari in particolare. Questa situazione ha già portato a disordini sociali in alcuni dei paesi più poveri e c’è il rischio che si adottino politiche protezioniste. L’impennata dei prezzi degli alimentari accresce le preoccupazioni inflazionistiche nei mercati emergenti, anche perché costituiscono una componente importante del paniere dell’indice dei prezzi al consumo.

Con una crescita solida negli Stati Uniti e in Germania probabilmente in futuro registreremo un incremento delle pressioni inflazionistiche. Nell’Area Euro l’inflazione è salita al 2,4% nel mese di gennaio, il livello più alto in oltre due anni e assai oltre il target. Questo dovrebbe far salire i tassi creando problemi in Eurolandia dato che molti dei paesi del Sud Europa presenteranno uno scenario deflazionistico.

Il problema non va comunque sovrastimato. Il FMI nelle previsioni di gennaio ha rivisto leggermente le stime sull’inflazione che a nostro giudizio resteranno comunque basse per l’intero anno sia nelle economie emergenti sia nei paesi sviluppati.

Prospettive

In base alle nostre previsioni, quest’anno la crescita dovrebbe essere solida e l’inflazione non dovrebbe rappresentare una grande fonte di preoccupazione. Confermiamo questa prospettiva dato che l’inflazione non è ancora su livelli preoccupanti anche se l’impennata dei prezzi degli alimentari sta aggravando le “normali” pressioni inflazionistiche derivanti dalla ripresa economica.

La maggior parte delle economie continua a ristagnare (disoccupazione elevata, capacità produttiva inutilizzata e domanda di credito debole), pertanto l’inflazione inerziale non dovrebbe essere fuori controllo. Inoltre l’inflazione dei prezzi degli alimentari dovrebbe rallentare nel secondo semestre dell’anno se i raccolti saranno normali o buoni.

Gli economisti spesso sostengono che non è possibile avere una crescita robusta e una bassa inflazione. A mio giudizio questo solitamente è vero, ma in questo momento ci troviamo in un periodo straordinario. E la situazione può cambiare molto rapidamente.

 

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