Risparmio gestito – L’impero dei sensi

Se il governo giapponese è estremamente indebitato, avendo accumulato la maggior parte dei debiti attraverso creditori nazionali, le aziende private continuano a essere “risparmiatrici”: il settore corporate in Giappone gode di ottima salute finanziaria.

Il mercato azionario giapponese è al di fuori dell’attenzione degli investitori da un bel po’ di tempo. Attualmente il Paese è un mercato assolutamente messo in discussione, che incontra un quasi unanime sfavore dei mercati: proprio per questo siamo convinti che in Giappone si possano trovare una serie di elementi fondamentali trascurati dagli investitori.

In primo luogo, credo che i problemi del Paese, già ben noti, siano già prezzati sul mercato dallo scetticismo degli investitori sia stranieri che locali. I titoli giapponesi offrono al momento un’interessante opportunità in termini di rischio/rendimento. E’ importante notare che, come dimostra la storia, le quotazioni basse delle aziende tendono a ritornare ai loro valori medi nel lungo periodo, e crediamo che questo sarà il driver della perfromance futura del mercato azionario nipponico.

Sono convinto che siano le quotazioni dei titoli a contare veramente. In Giappone la strategia di investimento value ha dimostrato di sovraperformare nel lungo termine. Dal 1992 è successo ben cinque volte che il mercato da basse valutazioni si riapprezzasse fino al 35-60%. In ciascuna di queste occasioni, il mercato è rimbalzato da livelli bassi, e ad oggi il mercato non è mai stato così conveniente 

In secondo luogo, è importante notare che per necessità da più di 10 anni le aziende giapponesi stanno rimettendo in sesto e ristrutturando i propri bilanci, e in questo arco di tempo abbiamo visto un significativo miglioramento nella profittabilità. Stiamo assistendo a molti esempi di  società sane con alti livelli di liquidità nei propri bilanci e un forte cash flow, che sono un solido sostegno nell’attuale contesto economico. Questo ha portato anche a utili redistribuiti in aumento, e a migliori ritorni sul capitale migliore.

Inoltre, continuiamo ad assistere in Giappone a un numero relativamente alto di revisioni al rialzo degli utili societari. Il fattore più interessante è che questo coincide con quotazioni dei titoli interessanti e porta maggiori possibilità di investimento per il nostro fondo.

Come terzo punto si deve considerare che la lentezza delle aziende giapponesi nell’adeguarsi ai cambiamenti circostanti è ormai un luogo comune sorpassato. Sicuramente questo è stato vero in passato, ma c’è stato un notevole cambiamento strutturale, un fattore, questo, non riconosciuto dagli investitori.

Bisogna tenere in considerazione la rapidità del Giappone nel rispondere alla crisi finanziaria nel biennio 2008/2009. Si possono infatti identificare più esempi di società che hanno dimostrato, durante quel periodo, una risposta rapida e focalizzata nel gestire i propri costi, e, ultimamente, un miglioramento dei margini con un significativo grado di leva operativa. Questo dimostra che le aziende giapponesi:

· Hanno risposto tempestivamente alla crisi del 2008;

· Sono abituate a operare in un ambiente molto difficile.

Altro segnale della flessibilità del settore corporate giapponese è la capacità delle aziende esportatrici di adattarsi alle oscillazioni dello yen. Questo è stato possibile soprattutto perché i vertici delle aziende hanno risposto con una flessibilità di produzione, di fornitura e di prezzo. Molte società hanno inoltre spostato la produzione all’estero, riducendo di conseguenza l’impatto dello yen sulle proprie esportazioni. Si può infatti notare che, nonostante i livelli attuali dello yen sul dollaro, le imprese di export nipponiche sono state in grado di mantenere i propri margini operativi.

Infine, il Giappone si inserisce nel contesto di crescita della regione asiatica, e ritengo che questo non sia stato prezzato. C’è stata la tendenza all’aumento delle esportazioni dal Giappone al resto dell’Asia a scapito di quelle verso gli Stati Uniti. Alla fine del 2009 le esportazioni verso l’Asia sono state più del 54% del totale delle esportazioni, rispetto al 16% delle esportazioni verso gli Stati Uniti. (Bloomberg, MOF, dati aggiornati al 31 gennaio 2010).

Quindi, qual è l’opportunità di investimento che abbiamo di fronte? L’opportunità è offerta dal fatto che i titoli del mercato azionario giapponese sono scambiati ai prezzi più bassi mai visti, e sono convinto che questi non siano livelli bassi solo in relazione alla ‘storia’ del mercato azionario nipponico, ma anche rispetto ai principali mercati mondiali.

Dopo aver evidenziato alcuni dei principali motivi per cui interessarsi al Giappone, ora ci si potrebbe chiedere, “è il giusto momento per comprare?”. Sebbene sia difficile stabilire una tempistica precisa, posso sostenere con fermezza che in questo momento esiste un’importante opportunità di investimento per un investitore paziente.

 

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