Risparmio gestito – Ing si merita un bell’8%

Si tratta di bond caratterizzati da un grado di rischio superiore rispetto ai normali titoli senior, in caso di default, infatti, i titoli subordinati vengono rimborsati dopo che i titolari di obbligazioni ordinarie sono stati risarciti. Determinate tipologie di subordinati prevedono altresì la possibilità che l’emittente abbia la facoltà di differire o cancellare il pagamento delle cedole.

Capiamo meglio le opportunità presenti con Gianmaria Panini, responsabile del mercato italiano di Genève Invest, società svizzera specializzata in investimenti obbligazionari che punta ad offrire ai propri clienti un rendimento annuale atteso nell’ordine del 7%.

“Molto spesso i bond subordinati non prevedono una data di scadenza vera e propria, è al contrario prevista un’opzione di rimborso, la cosiddetta call, che l’emittente ha la facoltà di esercitare a partire da una determinata data”. Nella maggior parte dei casi il mancato esercizio dell’opzione prevede lo switch della cedola da fissa a variabile.

“Si tratta di titoli tendenzialmente liquidi, emessi in gran parte da istituti bancari e assicurativi e le valute disponibili sono principalmente euro, dollaro statunitense e sterlina”. Alcune obbligazioni vengono scambiate “sia sui mercati regolamentati che non, altri esclusivamente OTC”. L’accesso a tali strumenti da parte della clientela retail risulta difficoltoso in quanto diversi istituti bancari non consentono l’accesso ai mercati non regolamentati ed i tagli minimi sono nella maggior parte dei casi pari a 50.000 o 100.000 euro. Per un investimento minimo di solo 1.000 euro “uno dei titoli più interessanti è una perpetual emessa da ING Group, con una cedola dell’8%, quotazione attorno alla parità ed una prima call nel 2013.

L’accordo di Basilea III, relativo alle nuove regole di patrimonializzazione delle banche, “prevede che il Core Tier 1 detenuto dagli istituti di credito arrivi ad essere, entro il 2019, pari al 4.5% degli attivi detenuti ponderati in base al rischio”. Tale provvedimento risulta di particolare interesse, “in quanto i bond perpetui emessi dalla maggior parte degli istituti dovranno essere gradualmente scorporati a partire dal 2013 ed entro il 2023”. Di fatto quindi, la normativa consente di ritenere ragionevolmente che l’opzione di rimborso da parte degli emittenti verrà esercitata alla prima data utile limitando, seppur teoricamente, l’orizzonte temporale per l’investitore.

“Siamo convinti che i subordinati Tier 1, nonostante l’elevata volatilità che li caratterizza, rappresentino un’interessante opportunità di investimento considerati i rendimenti proposti e le implicazioni previste dall’accordo di Basilea III”. 

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