Risparmio gestito – Il commento di Henderson

Grecia pari a €28mld – che prevede, tra l’altro, tagli alla spesa
pubblica, incrementi delle imposte e vendita di alcuni beni di proprietà
dello stato. Domenica scorsa, i Ministri delle Finanze dell’Unione Europea
hanno approvato la quota di loro competenza (€12mld) del primo pacchetto
di aiuti, ma non hanno raggiunto un accordo circa la seconda tranche pari
a €120mld. Le trattative riprenderanno il prossimo 11 luglio.
 
La settimana scorsa alcune banche tedesche e francesi hanno accettato di
riscadenzare la restituzione del debito greco nei loro confronti in
scadenza nel 2014. Non è chiaro se questa sia una situazione di default,
ma si tratta di un banco di prova determinante per la credibilità della
BCE, che ha annunciato pubblicamente di non essere disposta ad accettare
obbligazioni in sofferenza quale garanzia.
 
La BCE ha dichiarato che, malgrado le crisi che investono la restituzione
del debito (greco), procederà a innalzare il proprio tasso di riferimento
nel corso di questa settimana.
 
A fianco di investitori alla ricerca di valute ad alto rendimento in un
contesto di propensione al rischio, i dati della produzione in Svizzera
hanno indicato un rallentamento rispetto alle previsioni. Ciò ha
determinato un indebolimento del franco svizzero rispetto alle sue
principali controparti.
 
In uno studio pubblicato da BlackRock, che classifica 44 emittenti di
debito sovrano in base alla probabilità di default, svalutazione o
inflazione superiore all’andamento medio, Grecia e Portogallo figurano
agli ultimi posti ed è interessante notare che l’Italia si classifica dopo
Ungheria e Irlanda. La settimana scorsa, il Ministro delle Finanze
italiano si è dichiarato fiducioso circa l’approvazione, da parte del
governo di coalizione del paese, del suo piano di austerità, che prevede
risparmi per €47mld entro il 2014.
 
Terminato il programma di alleggerimento monetario QE2, la Federal Reserve
resterà il principale acquirente di buoni del tesoro statunitensi e
reinvestirà i proventi del debito in scadenza, il che significa che
acquisterà circa USD 300mld di indebitamento nel corso del prossimo anno.
 
In un’intervista rilasciata la settimana scorsa, il Presidente della
commissione per il rating del debito sovrano di Standard & Poor’s ha
dichiarato che il rating del credito degli Stati Uniti verrà abbassato al
minimo (passando da AAA a D) se il governo del paese non giungerà ad un
accordo per innalzare la soglia di indebitamento. Anche Moody’s ha
annunciato di avere intenzione di rivedere il rating degli Stati Uniti. La
Casa Bianca sta spingendo per ottenere un accordo ad alzare il tetto
dell’indebitamento entro il 22 luglio. Il Presidente Obama sta guidando le
trattative con i Repubblicani e sta premendo per aumentare le tasse sulle
fasce abbienti della popolazione e sull’industria petrolifera, incontrando
una decisa opposizione da parte dei Repubblicani. Benché sia improbabile
che le agenzie taglieranno il proprio rating, queste dichiarazioni
evidenziano quantomeno una presa di posizione più rigida.
 
Secondo i dati pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale, nei primi
tre mesi di quest’anno la quota rappresentata dal dollaro USA nelle
riserve valutarie mondiali è scesa dal 61,5% dell’ultimo trimestre 2010 al
60,7% del primo trimestre 2011. Per lo stesso periodo, la quota dell’euro
è salita dal 26,2% al 26,6% e la quota dello yen è rimasta invariata al
3,8%.
 
Alcune buone notizie dal Giappone la scorsa settimana: la produzione
industriale è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi 50 anni,
trascinata soprattutto dalla produzione automobilistica.
 
All’inizio della scorsa settimana, i dati di maggio sul commercio della
Nuova Zelanda hanno evidenziato un calo significativo rispetto al mese
precedente. La causa principale è legata al rafforzamento del dollaro
neozelandese rispetto al dollaro USA e al dollaro australiano e
all’inasprimento della politica monetaria in Cina, che si ritiene abbiano
indebolito le esportazioni della Nuova Zelanda. Nonostante il prezzo
elevato delle materie prime, i dati deludenti sul commercio hanno messo
sotto pressione il dollaro neozelandese, causando una spinta alla vendita.
A metà settimana questa perdita è stata però recuperata grazie alla
ripresa della fiducia del mercato e all’aumento dei permessi di
costruzione.
 
La settimana scorsa il dollaro australiano ha registrato un buon
andamento, come evidenziato in una relazione della Reserve Bank
australiana che sottolinea che, nell’ultimo mese, la massa dei prestiti è
aumentata e il mercato non dà più per scontato che i tassi d’interesse si
abbasseranno. La ripresa ha subito però una battuta d’arresto dopo la
pubblicazione dei dati sulla produzione cinese, che hanno evidenziato una
crescita inferiore alle previsioni. La Cina è il partner commerciale
principale dell’Australia e ne assorbe circa la metà delle esportazioni.
 
La settimana scorsa, un professore universitario consulente della Banca
Popolare Cinese ha dichiarato che l’inflazione del paese, che ha raggiunto
il picco degli ultimi tre anni, è “molto probabilmente cronica”. Secondo
il suo parere, per contrastare l’inflazione sarà necessario alzare
ulteriormente i tassi d’interesse.
 
Nella sua relazione annuale, la Banca dei Regolamenti Internazionali ha
sottolineato che le banche centrali devono cominciare ad alzare i tassi
d’interesse per controllare l’inflazione e devono intervenire più
velocemente. Un rappresentante politico britannico ha definito questa
dichiarazione priva di senso.
 
La banca centrale della Norvegia ha annunciato la settimana scorsa che, in
base alle nuove previsioni, già ad agosto si avrà un nuovo tasso di
riferimento. Il mercato si è quindi trovato ad assegnare più probabilità a
tre ulteriori rialzi (anziché due) per quest’anno.
 
La settimana scorsa, il Won sudcoreano si è apprezzato sulla scia delle
voci secondo cui la banca centrale del paese avrebbe potuto alzare i tassi
d’interesse per combattere l’inflazione. Nel corso dell’ultimo anno i
tassi hanno registrato una crescita lenta, ma costante.
 
La banca centrale di Taiwan ha aumentato il tasso di riferimento di 12,5
punti base, portandolo all’1,375%.
 
La Turchia ha registrato una crescita economica dell’11% nel primo
trimestre 2011, lasciando così presagire che si arriverà presto ad un
rialzo dei tassi d’interesse.
 
In Russia, la Banca di Mosca è stata salvata con un apporto di USD 14mld.
Acquisendo una partecipazione del 46,5% nella Banca di Mosca, la banca
statale VTB ha scoperto che un terzo dei cespiti della banca (del valore
di USD 9mld) erano rappresentati da mutui problematici.
 
In Tailandia le elezioni sono state vinte dal partito Puea Thai, che
nominerà la prima donna premier del paese, Yingluck Shinawatra, sorella
minore dell’ex primo ministro in esilio Thaksin Shinawatra. Questa notizia
è positiva per il Thai Baht, in quanto lascia ben sperare in un ritorno
degli investitori stranieri, benché la stabilità politica resti la sfida
per il futuro.
 
A causa del rallentamento della crescita economica in Cina, il rand
sudafricano si è svalutato rispetto al dollaro USA sulla scia dell’ipotesi
di un calo della domanda di esportazioni di metallo.

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