Pioneer Investments, ecco le nuove strategie

Una crescita organica del 5% all’anno, senza effettuare alcuna cessione, fusione o acquisizione. Pioneer Investments rinnova l’appuntamento annuale con i Colloquia – questa volta in Franciacorta, vicino al lago d’Iseo – e ne approfitta per aggiornare la stampa sulle proprie strategie. A parlare è il chief executive officer Roger Yates, assurto al ruolo di numero uno nel gennaio del 2010 e reduce dall’anno della revisione strategica.

“Puntiamo a far crescere gli asset under management del 5% all’anno per i prossimi cinque anni”, che poi saranno quelli del nuovo piano quinquennale. Il programma si conoscerà entro la fine dell’anno, insieme con quello della controllante UniCredit. “Scordiamoci, comunque”, avverte Yates, “le cifre di crescita che siamo stati abituati a vedere nella gestione, nel mercato e nei margini”. Già, perché anche i margini, stando alle previsioni di Yates, sono destinati a subire una contrazione. Saranno cali con cui tutta l’industria dovrà fare i conti, non soltanto Pioneer Investments. Tre, in sostanza, i punti su cui Yates ribatte.

Primo, Pioneer Investments rimane un asset strategico per UniCredit. Tradotto: Piazza Cordusio non vende. Secondo, Pioneer Investments intende crescere in modo organico, ovvero senza cessioni, fusioni o acquisizioni. Terzo, appunto, il piano strategico a cinque anni. Uno dei focus resta l’ampia area emergente. A questo proposito, la società aprirà a Londra un centro in cui riunirà tutti gli esperti in investimenti negli emergenti.

La City è il luogo ideale, proprio sulla via di mezzo tra la Cina e l’America latina. La Russia, invece, è un capitolo a parte. A fine agosto, Pioneer Investments ha confermato le voci relative alla vendita dei tre locali fondi di investimento aperti. Oggi, spiega Yates, quelle intenzioni sono ancora in piedi: sul posto rimarrà di fatto una sede commerciale. L’Austria, la Germania, l’Europa dell’est e, in generale, tutta l’area in cui opera UniCredit restano strategiche per Pioneer. E l’Italia? La Borsa sta bastonando il titolo di Piazza Cordusio. Forse, risponde Yates con una battuta, i giornali dovrebbero dedicare meno prime pagine alla questione del debito e delle banche italiane.

 

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