Pioneer Investments, come investire ai tempi del debito

Tre anni fa, 14 settembre 2008, Lehman Brothers annunciava il fallimento. Aveva inizio così la più dura crisi finanziaria ed economica degli ultimi decenni. Si disse che avevamo visto il peggio: non era vero. In queste settimane, i mercati fronteggiano un altro mostro del videogiochi immaginato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

E il mostro è il debito pubblico. Proprio il debito è il cuore del dibattito agli European Colloquia, organizzati da Pioneer Investments e dall’Istituto di studi economici e per l’occupazione. Il ceo di Pioneer Investments Roger Yates apre la tavola rotonda dopo aver presentato, qualche ora prima, le strategie del gruppo. “Si tratta di adattarsi al nuovo contesto ottimizzando il portafoglio”, dice. Significa scelte più selettive e di qualità. Quelle che Pioneer Investments intende fare, concentrandosi di fatto su un minor numero di prodotti.

Mario Buti, della Commissione europea, fa un riassunto delle puntate precedenti dal punto di vista delle istituzioni continentali e conclude: per la Grecia non è troppo tardi. “Servono riforme strutturali”, dice, “e non ci si può illudere che si possano fare alla vecchia maniera. Né si può pensare di rimuovere chirurgicamente il rischio. Il pericolo di contagio è enorme”.

Un altro uomo delle istituzioni, ovvero Giuseppe Scognamiglio, vicepresidente esecutivo e capo degli affari pubblici di UniCredit, lancia un messaggio essenziale: non si può rinunciare all’euro. Proprio la moneta unica, ricorda, ha fatto delle banche come UniCredit quello che sono oggi: ossia, grandi gruppi internazionali. L’eurobond è una soluzione possibile, serve una roadmap in questo senso. Dalle istituzioni ai mercati.

Giordano Lombardo, cio di Pioneer Investments, in sostanza dice: “ci troviamo in un nuovo ambiente che pone nuove sfide. Quale rischio coprire: deflazione oppure inflazione? Gli investitori dovranno adattare l’approccio nel tempo. Avranno un comportamento più erratico. E’ in discussione la diversificazione tradizionale. Oggi gli investitori hanno molti dubbi e i cds sono alle stelle. Il tempo, in conclusione, premierà una scelta che bilancia la selezione attiva basata sui fondamentali da una parte e la copertura dal rischio dall’altra”. Un fatto è certo: non sarà facile.

 

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