Blackrock, gli spread non rispecchiano i fondamentali dell’Italia

L’attuale livello dei rendimenti dei Btp e dello spread non rispecchia i fondamentali dell’Italia, dove c’è valore. Parola di Bruno Rovelli, Head of investments advisory di Blackrock Italia, che ha parlato di “necessità di coesione politica, tempi rapidi e chiarezza delle misure da adottare”. Nel giorno in cui il differenziale tra Btp decennale italiano e Bund tedesco ha superato quota 570 punti, con il rendimento oltre il 7,4%, all’indomani dell’annuncio di dimissioni del premier Silvio Berlusconi, Rovelli ha osservato che “al contrario della Grecia, la situazione dell’Italia è ancora in mano al governo italiano”.

Al momento, ha continuato l’esperto di Blackrock, la situazione italiana, visti i fondamentali, è migliore e non paragonabile a quella in cui si trovavano gli altri paesi in difficoltà, come Grecia, Portogallo e Irlanda. “Come avvenuto nel 1994, si può risalire da questi livelli di spread, non è vero che sopra il 7% si arriva al default.

È necessario però un segnale chiaro dalla politica e un’azione di politica economica forte e credibile”. Dopo l’annuncio delle dimissioni di Berlusconi, “i mercati vogliono vedere come un qualsiasi governo che si formerà sarà in grado di rispondere alle richieste dell’Europa e quando e come voterà i provvedimenti. I tempi sono importanti: i mercati vogliono una road map precisa delle prossime mosse della politica, solo così il valore legato ai fondamentali dell’Italia potrà essere liberato”.

L’incognita, ha sottolineato Rovelli, è ora sul dopo Berlusconi, anche se “un governo che non ha la maggioranza è già un passo in avanti. Ora l’opzione migliore è quella che dà certezza ai mercati e che garantisce coesione, tempi veloci e misure condivisibili della classe politica”. In sostanza: un governo transitorio. Per quanto riguarda la giornata di oggi sui mercati, Rovelli ha spiegato che sui titoli di stato “pesa in particolare la decisione della clearing house inglese di alzare il margine di collaterale”, stessa decisione presa a suo tempo per Portogallo, Irlanda e Grecia.

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