Da Threadneedle quattro nomi su cui investire in Europa

Le attuali difficoltà dell’Eurozona sono solo l’ultima di una lunga serie di crisi attraversate dall’Europa e per quanto pongano sfide particolarmente difficoltose molte società europee continuano a prosperare e ad offrire eccellenti ritorni potenziali agli investitori di lungo periodo.

Lo ribadiscono gli esperti di Threadneedle, gestore di fondi britannico secondo cui l’indebolimento dell’euro darà una spinta alle esportazioni. In più, per quanto l’Europa possa già essere di fatto in recessione, l’Asia continua a crescere e si sono di recente avuti alcuni dati migliori delle attese anche dagli Stati Uniti, per cui pare improbabile, nonostante le difficoltà che incontrerà Eurolandia anche l’anno venturo, che il 2012 possa sfociare in una recessione grave come quella sperimentata nel 2009 (quando il Pil europeo calò del 4%).

Volendo dare qualche esempio concreto, gli esperti di Threadneedle citano alcune delle società europee i cui bilanci paiono al momento solidi e che pure hanno visto le quotazioni ridursi nettamente in borsa, risultando così molto appetibili sulla base dei fondamentali e dei multipli attuali.

DnB, una delle principali banche scandinave, tratta ad esempio con un P/E (prezzo /utili) di sole 7,5 volte sui risultati attesi per il 2012 e con un dividend yield del 7%, eppure “non è ancora significativamente influenzata dalla crisi dell’Eurozona”. Ryanair dispone di un buon potere di prezzo e “per quanto non cresca più rapidamente come una volta” dispone di un’abbondante liquidità e tratta con un P/E di 12 volte gli utili dell’anno venturo. Swatch sta beneficiando di un ottimo andamento delle vendite in Asia (in particolare in Cina), non ha problemi di liqudità e ciò nonostante tratta con un P/E attorno a 14. Daimler infine tratta appena 6,2 volte gli utili attesi per il 2012, con un dividend yield attorno al 6,2%, pur mantenendo un elevato potenziale in termini di ritorno per il rischio.

“Certo, se l’Eurozona piombasse in una pesante recessione le stime sugli utili verrebbero riviste pesantemente al ribasso e i dividendi potrebbero non essere distribuiti” ammettono gli esperti, ma d’altro canto “i prezzi delle azioni potrebbero anche risalire violentemente se le condizioni economiche migliorassero”.

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