Il 2012? Sarà un anno molto rock’n’roll

Quello appena iniziato ha tutte le carte in regola per essere un altro anno sulle montagne russe per i mercati finanziari. Siamo preparati. Ma questo significa davvero che occorrerà evitare tutti gli investimenti finanziari di lungo periodo? La risposta è no, almeno secondo Eric Le Coz, Deputy Managing Director di Carmignac Gestion, società di gestione francese con oltre 45 miliardi di euro di asset under management. In ogni caso, sottolinea l’esperto, “è senz’altro legittimo porsi la domanda, dato che il 2011 è stato disastroso per gran parte degli investimenti e talvolta ben lungi da adeguarsi al contesto macroeconomico”.

“Tre esempi: se mi avessero detto nel gennaio 2011 che l’eurozona avrebbe attraversato la più grave crisi della sua storia e che le fondamenta stesse della moneta unica sarebbero state messe in discussione, mi sarei aspettato ad inizio anno un calo dell’euro del 15% rispetto al dollaro, e non di appena il 3% come invece è successo. Se mi avessero detto nel gennaio 2011 che l’economia cinese avrebbe registrato una crescita del 9% mentre per l’Europa si sarebbe prospettata una recessione, mi sarei aspettato una netta sovraperformance delle azioni cinesi rispetto agli indici europei e non il contrario, come si è comunque verificato. Infine, se mi avessero detto nel gennaio 2011 che il prezzo di un barile di petrolio sarebbe aumentato del 14% e quello di un’oncia d’oro di quasi il 9%, mi sarei aspettato un andamento positivo dei settori dei servizi petroliferi e delle miniere aurifere, e non flessioni di questi titoli, che hanno ceduto rispettivamente il 12% e l’8,5%”.

“Pertanto, in questo 2011 pieno di incertezze e di nuovi sviluppi, in buona parte di natura politica, la sola analisi corretta del quadro macroeconomico si è rivelata insufficiente. La gestione del rischio è prevalsa, riuscendo ad amortizzare la flessione dei mercati, e anche se questa prudenza ci ha fatto perdere qualche punto di guadagno nelle fasi di rimbalzo tecnico dei mercati, rimaniamo fiduciosi che nel tempo essa rappresenti un punto di forza significativo della nostra gestione”. “Quest’anno si annuncia più propizio? Sebbene l’incertezza sulle prospettive economiche non sia diminuita, i due temi principali, ossia la riduzione dell’indebitamento dei paesi occidentali e lo sviluppo dei consumi interni emergenti, potrebbero costituire un contesto favorevole per i mercati, tanto più che, al di fuori dell’Europa, il mondo non va poi così male. Il potenziale di rialzo dei nostri investimenti è significativo. Tuttavia, anche in questo inizio anno la gestione dei rischi deve a nostro avviso prevalere, soprattutto e in prima luogo a causa della situazione europea”.

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