Fugnoli (Kairos Partners): correzione in vista

Secondo Alessandro Fugnoli, strategit di Kairos Partners, “il problema della Grecia (e in misura minore di Italia e Spagna) è uno solo”: dal 2000 al 2008 “le retribuzioni tedesche sono cresciute del 20%, quelle italiane e spagnole del 30%-40% e quelle greche del 90%. La soluzione, da qui in avanti, è una svalutazione dei paesi mediterranei, oppure un forte aumento dei salari tedeschi, oppure una riduzione dei redditi (salari pubblici e privati e pensioni) dei mediterranei, la cosiddetta svalutazione interna”. Se per Italia e Spagna è possibile che si tengano “immobili i salari nominali” mentre “l’inflazione farà il suo lavoro” per 4 o 5 anni, per Atene è tuttavia “impossibile aspettare 10-15 anni di salari immobili per recuperare competitività. Di qui il taglio drastico di tutti i redditi nominali in discussione in queste ore ad Atene”.

La Grecia ha dunque “di fronte anni ancora più duri degli ultimi due, ma la svalutazione interna, per quanto sia la più dolorosa delle cure, alla fine avrà successo. Molti verranno licenziati, molti dovranno emigrare e le loro rimesse aiuteranno la bilancia delle partite correnti”. Ma se la crisi greca “ha ancora molti anni davanti a sé” i danni che la Grecia ha fatto al mondo appaiono ormai circoscritti: “La prossima fase della crisi europea o non ci sarà o sarà francese” spiega Fugnoli nell’ultimo numero della newsletter “Il Rosso e il Nero” aggiungendo che in vista della campagna elettorale e della possibile vittoria di Hollande gli “Oat francesi, come rapporto tra rischio e rendimento, sono in questo momento il peggiore investimento che si possa fare su un governativo europeo”.

Così soppesando pro e contro l’analista italiano si allinea al parere del collega americano Thomas Lee (Jp Morgan) secondo cui il rialzo dei mercati è destinato a durare ma “è arrivato il tempo per una pausa. Niente di serio, ma un po’ di fastidiosa volatilità laterale che può essere scambiata per inversione di tendenza e indurre a fare pasticci”. Così il consiglio dell’esperto per gli investitori azionari è di “comprare qualcosa” ancora nel breve, mentre “più avanti ci sarà una correzione non particolarmente profonda”. La fine dell’anno, invece, resta “avvolta nel mistero e sarà tutta giocata in America sulla questione fiscale”.

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