Nell’ultimo decennio i mercati emergenti hanno conosciuto un costante, spesso invidiabile miglioramento dei propri fondamentali economici. Secondo i dati forniti dalla Banca Mondiale e dal Fmi la media del rapporto debito/Pil nei paesi emergenti è inferiore al 40%, mentre nei paesi industrializzati ha superato la soglia del 100%.
Le solide basi su cui poggiano i paesi emergenti sono dovute soprattutto a tre fattori: la favorevole struttura demografica, una maggiore produttività e la volontà di raggiungere lo sviluppo dei paesi industrializzati. Ma “nonostante questi rassicuranti sviluppi, sarebbe ingenuo credere che i mercati emergenti riusciranno a sganciarsi del tutto dall’economia delle nazioni industrializzate” conclude però Puntillo.
A che cosa devono guardare gli investitori che cercano un’adeguata alternativa ai titoli di stato dei paesi industrializzati? Per Swiss & Global Asset Management in primis le obbligazioni in valuta forte (euro o dollari) e, secondo importante mercato, le obbligazoni in valuta locale (per esempio real brasiliani, rand sudafricani o un’altra moneta locale).
Una fonte di reddito per le obbligazioni in valuta locale è rappresentata dai tassi d’interesse, che possono fornire un importante contributo alla performance complessiva. Anche per le obbligazioni locali dei paesi emergenti i tassi a breve sono relativamente bassi, pertanto è possibile ottenere remunerazioni più elevate soprattutto con le lunghe durate. Ciò implica un certo rischio, perché la futura inflazione potrebbe erodere parte dei ricavi. Come dimostrano attualmente la Turchia o l’India, i tassi d’inflazione possono facilmente attestarsi sul 10%.